A chi non piace accumulare oggetti di varia importanza, ricordi del tempo che scorre come fotografie, giocattoli dei nostri bambini che crescono, il vestito di quando eravamo ragazzi e che ora non ci va più bene ma era il nostro preferito e via dicendo, la lista sarebbe davvero lunghissima visto come corre veloce il tempo che passa.
Se guardiamo nei nostri cassetti e armadi ci renderemmo conto di tutte le cose che abbiamo conservato nel tempo e che magari abbiamo anche dimenticato essere li, insomma a dirla così sembreremmo tutti degli accumulatori seriali, ma attenzione non è così se la voglia di tenere delle cose personali non arriva a condizionare la vostra vita è del tutto sano voler tenere dei ricordi nel tempo, inoltre vi sono dei segnali che indicano se lo si è davvero oppure no.
Segnali per scoprire se sei un accumulatore seriale o no
La patologia di chi soffre della tendenza dell’accumulo eccessivo si chiama hoarding disorder e rientra nell’ambito dei disturbi ossessivo compulsivi dal 2013, da quando è stata inserita nella quinta edizione del Diagnostic and statistical manual of mental disorders, la cosiddetta bibbia degli psichiatri.
Studi clinici indicano che questa malattia riguarda dal 2% al 5% della popolazione e vi sono tre condizioni essenziali per far rientrare un soggetto in quelli affetti da tale patologia che può condizionare la vita:
- grande disordine,
- numero rilevante di oggetti accumulati,
- difficoltà a separarsi dagli oggetti.
L’accumulatore seriale col tempo arriva a non avere quasi più spazio in casa e nei suoi locali extra come cantina o garage, ma non solo iniziata anche ad estraniarsi dal resto del mondo e ad avere difficoltà a rapportarsi con gli altri, allontanando parenti e amici. Accumula oggetti senza un vero significato affettivo, ma qualsiasi cosa gli capita sottomano, un vero impulso a dover tenere qualsiasi cosa per paura di averne bisogno e per non doversene separare.
Gli studiosi affermano che chi soffre di questo disturbo è perché ha subito un trauma affettivo da bambino o da adulto, come ad esempio la perdita dei genitori in giovane età o anche un divorzio dalla persona che ancora si amava molto. Un trauma affettivo che non si è riusciti ad elaborare nel modo corretto e magari senza il giusto supporto.
Si può guarire col giusto supporto psicologico e familiare, il problema è che nella maggior parte dei casi la persona accumulatrice non ammette di avere un problema e quindi non accetta le cure e le terapie a lei consigliate.