L’Isteria? E’ anche maschile
Pare essere di uno studio completamente italiano la scoperta della presenza di alte concentrazioni di glutammato e glutammina in alcune aree della corteccia limbica dei pazienti isterici.
Lo studio portato avanti dall’ Università degli Studi di Milano ha notato questi alti livelli nelle aree coinvolte in regolazione del comportamento e dell’umore riscontrando dunque una correlazione tra incremento di glutammato e gravità del disturbo e della sintomatologia isterica.
Nel corso degli anni e della storia si è sempre creduto che l’isteria fosse un semplice disturbo psicologico, che non fosse da considerarsi come una patologia ma addirittura una condizione tipica femminile.
Questa condizione caratterizzata da una marcata instabilità emotiva poteva in seguito portare anche a problemi fisici come convulsioni o spasmi.
Il team di esperti dietro lo studio però porta al mondo l’evidenza che vi sia una causa organica nello sviluppo di isteria, non più da considerarsi come psicosomatica ma da classificare invece come malattia cerebrale.
Questo logicamente non significa che da ora in poi vadano ignorati tutti gli aspetti psicologici dietro allo sviluppo dell’isteria ma si è individuato invece una sorta di marcatore per questa sindrome che può essere tenuto sotto controllo. Il glutammato può essere modulato tramite l’uso di farmaci o mirate terapie che sicuramente verranno ora migliorate e ultimate.
La ricerca italiana va dunque a eliminare nell’immaginario collettivo l’immagine della donna psicotica e nevrotica, paranoica e un po’ pazza senza alcuna ragione.
L’isteria viene finalmente inquadrata in un certo ramo patologico da tenere sotto controllo e curare come qualsiasi altra malattia.