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Autodisciplina personale: come coltivarla. L’esempio dei piloti.

L’addestramento dei piloti mostra quanto la disciplina non sia una qualità astratta, ma un insieme di azioni ripetute con coerenza e concentrazione intensa, sostenute da un metodo creato per proteggere la vita di chi vola e di chi sta a terra. Ciò che sorprende, osservando da vicino il loro mondo, non è la spettacolarità della tecnologia o la complessità delle manovre, ma la quotidiana attenzione ai dettagli, una cura che permette al pilota di conservare lucidità anche nei momenti in cui il margine d’errore è minimo. Chi desidera sviluppare una maggiore autodisciplina può trarre grande beneficio da questo approccio, perché l’aviazione insegna che la stabilità mentale nasce da piccoli gesti ripetuti con rigore.

Ripetere gli stessi controlli evita le dimenticanze che emergono quando la mente si affolla

Tra le procedure più note esiste quella dedicata all’atterraggio, dove ogni pilota verifica il carrello indipendentemente dal tipo di velivolo che sta guidando. L’abitudine nasce da un rischio reale: chi vola spesso con aerei dal carrello fisso può arrivare a dimenticare di abbassarlo quando passa a un modello diverso.

Per prevenire l’errore, i piloti controllano sempre il carrello, anche quando sanno già che è abbassato, perché l’atto deve diventare parte integrante della routine. Questo principio risulta utile anche nella vita di tutti i giorni, soprattutto quando un passaggio importante si presenta solo in alcune circostanze. Ripeterlo sempre permette di creare una sorta di memoria di sicurezza, quella che entra in funzione anche nei momenti di fretta o distrazione.

Una persona che tiene sempre i farmaci fuori dalla portata dei bambini, anche quando è sola in casa, consolida un’abitudine che la proteggerà quando la situazione richiederà rapidità. La stessa logica vale per il controllo delle porte, dei documenti di viaggio, dei medicinali prima di assumerli: ciò che si fa sempre non si dimentica mai quando serve davvero.

Dopo essersi dedicati ai dettagli, osservare l’insieme riduce il rischio di tralasciare ciò che appare ovvio

I piloti compiono un’ispezione pre-volo minuziosa, punto per punto, ma la checklist non termina lì. Dopo aver verificato ogni elemento tecnico, effettuano un giro completo attorno al velivolo per cogliere eventuali anomalie evidenti: un tappo carburante lasciato aperto, un cavo di ancoraggio ancora fissato, un pannello non chiuso. È un passaggio veloce e allo stesso tempo decisivo, perché la mente, quando si concentra troppo sui dettagli, può perdere il senso dell’insieme.
Nella gestione personale funziona allo stesso modo. Una persona che deve inviare un progetto o lasciare casa per un periodo può dedicarsi ai singoli aspetti e, poco prima di chiudere, eseguire un ultimo controllo globale. In quel momento emergono oggetti dimenticati, fraintendimenti, piccoli dettagli che la concentrazione precedente aveva reso invisibili. Avere la pazienza di fermarsi un attimo e osservare il quadro generale permette di evitare errori banali che spesso diventano causa di stress.

Gli strumenti di memorizzazione agevolano la ripetibilità e alleggeriscono il carico mentale

Nell’aviazione gli acronimi non sono trucchi mnemonici fini a sé stessi, ma strumenti che aiutano a mantenere lucidità durante procedure che richiedono velocità e ordine. L’ABCDE usato in caso di guasto al motore permette al pilota di ricordare immediatamente la sequenza corretta senza doverla recuperare da una memoria affollata. La ripetizione “in modalità chair fly”, cioè esercitandosi seduti, rende automatici movimenti e decisioni, liberando risorse mentali per affrontare imprevisti.
Nella vita quotidiana funziona in modo simile. Una famiglia, un team di lavoro o un singolo individuo possono creare acronimi per routine importanti: dal modo di preparare la casa prima di uscire, ai passaggi per gestire un compito complesso. Ciò che viene trasformato in procedura chiara riduce il margine d’errore, abbassa l’ansia e rende più facile la collaborazione. Quando tutti conoscono la stessa sequenza, il lavoro condiviso diventa più fluido.

Chiarire chi ha la responsabilità evita sovrapposizioni che creano tensione

In un cockpit i comandi possono essere gestiti sia dal pilota sia dal copilota, ma la presenza di due serie di controlli richiede una definizione esplicita. L’espressione “Hai i comandi”, seguita dalla conferma “Ho i comandi io”, e dalla controconferma “Hai i comandi tu”, elimina ogni dubbio. Non è una formalità: è una protezione che permette a entrambi di agire sapendo esattamente chi sta guidando.

Questo passaggio risulta prezioso anche nella vita privata e professionale. Nella gestione di un bambino, nella suddivisione delle incombenze domestiche, nella preparazione di un progetto condiviso, chiarire ad alta voce chi si occupa di cosa riduce gli attriti e permette una cooperazione serena. La disciplina personale si nutre anche di relazioni in cui le responsabilità vengono esplicitate senza sottintesi.

Condividere gli stessi riferimenti permette di capire davvero ciò che l’altro sta dicendo

Nell’aviazione l’altitudine viene misurata in riferimento al livello medio del mare, non al terreno sottostante, perché quest’ultimo cambia continuamente. Anche l’orario viene indicato in UTC, così ogni pilota del mondo può comunicare senza generare ambiguità.

È la dimostrazione di come un riferimento condiviso trasformi la collaborazione in un sistema affidabile. La vita quotidiana è piena di situazioni in cui manca un riferimento comune: cosa significhi “casa in ordine”, quando inizi il fine settimana, quali standard seguire per un documento interno. Stabilire un punto chiaro di partenza elimina incomprensioni, alleggerisce le relazioni e permette di dedicare energia a ciò che conta veramente.

L’autodisciplina non cresce con la forza di volontà pura, ma attraverso gesti ripetuti, rituali che diventano parte dell’identità e riferimenti condivisi con le persone accanto. I piloti sanno che la precisione nasce dall’umiltà di seguire procedure collaudate e dall’abitudine di controllare anche ciò che sembra ovvio.

About Silvia Faenza

Ciao sono Silvia Faenza, mi sono Laureata in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali all'Università del Salento, nel 2014. Dal 2015 mi occupo della gestione dei contenuti per aziende e agenzie editoriali online, principalmente in qualità di ghostwriter, copywriter e web editor.

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