Cattivi si nasce o si diventa? Secondo gli psicologi, la risposta esatta è la seconda, con numerosi studi scientifici che hanno preso in considerazione le azioni malvagie da parte dell’uomo scoprendo che essere cattivi è la conseguenza di una serie di comportamenti che possono condurci ad abbandonare la bontà d’animo.
In particolare, viene chiamato Effetto Lucifero, quel fenomeno che si verifica nella mente di una persona quando da buoni si diventa cattivi, compiendo atti molto pericolosi per gli altri, fino ad arrivare all’estremo.
Ebbene, potrebbe sorprendere qualche lettore sapere che in realtà tutti siamo soggetti a questo effetto e che le variabili per cui si diventa cattivi sono tante, dall’autodifesa alle interazioni sociali che abbiamo.
Tuttavia, sono stati descritto anche modi per evitare di diventare cattivi, che possiamo mettere in pratica. Ne parleremo nelle prossime righe.
Cos’è l’Effetto Lucifero
Come in parte abbiamo già rammentato, l’Effetto Lucifero è un concetto psicologico che descrive come le persone normali possano compiere atti malvagi o immorali quando si trovano in determinate situazioni o contesti. Si tratta di un fenomeno così chiamato perché prende il nome da Lucifero, l’angelo caduto che secondo alcune tradizioni religiose si ribellò a Dio e divenne Satana.
L’Effetto Lucifero e l’esperimento carcerario di Stanford
Per sostenere quanto sopra, la storia della psicologia si è avvalsa di diversi esperimenti dai risultati clamorosi. Uno di questi, forse il più celebre, è l’esperimento carcerario di Stanford, condotto nel 1971 dallo psicologo Philip Zimbardo: l’obiettivo era studiare come le persone reagiscono quando sono poste in un ambiente che simula un carcere.
In sintesi, 24 studenti maschi furono selezionati e assegnati casualmente ai ruoli di guardie o prigionieri. Sebbene l’esperimento sarebbe dovuto durare 2 settimane, in realtà fu interrotto dopo soli 6 giorni a causa dell’evoluzione dei comportamenti delle parti, con le guardie che divennero progressivamente più autoritarie e abusive e i prigionieri che mostrarono segni di stress, depressione e sottomissione. Alcuni partecipanti si identificarono così profondamente con i loro ruoli da perdere il senso della realtà.
Ebbene, l’esperimento di Stanford è considerato una dimostrazione pratica dell’Effetto Lucifero perché ha sostenuto con una prova concreta che le persone normali possono assumere rapidamente comportamenti estremi basati sui ruoli assegnati e quale sia stato il potere situazionale: l’ambiente carcerario simulato ebbe infatti un impatto profondo sul comportamento dei partecipanti, con i partecipanti che persero il senso della propria identità individuale, identificandosi completamente con i ruoli assegnati.
Come smettere di essere cattivi: 5 consigli per diventare più buoni
L’Effetto Lucifero ci ha dimostrato che le persone possono diventare cattive per diverse ragioni, come ad esempio è avvenuto con l’influenza situazionale.
Ma la strada non è, fortunatamente, a senso unico. Se ci si rende conto che si sta diventando più cattivi, si possono adottare alcuni accorgimenti che possono permetterci di invertire il percorso e diventare giorno dopo giorno un po’ più buoni.
Abbiamo individuato, di seguito, 5 consigli da praticare per smettere di essere cattivi.
Ammettere i propri errori
L’ammissione della colpa permette di evitare di compiere atti pericolosi per gli altri. Infatti, non ammettere la colpa causa un senso di frustrazione che può essere pericoloso per una persona: una simile situazione può condurre rapidamente ad accumulare rabbia, e la rabbia può essere concentrata e poi esternata in un solo momento.
Pensare con la propria testa
Uno dei fattori per cui si diventa cattivi è il non pensare con la propria testa. Sembra incredibile, infatti, ma pensare con la testa degli altri, magari del gruppo a cui apparteniamo, causa un pensiero di tipo automatico che può condurre a azioni gravi senza comprenderne a pieno le conseguenze, evidentemente non pienamente ragionate con consapevolezza.
Affermare la propria unicità
Legato direttamente al consiglio precedente è l’affermazione della propria unicità. Noi siamo persone, sociali ma individui singoli, non un gruppo. Gli studi hanno dimostrato che chi si identifica con un gruppo è molto più propenso a diventare cattivo e compiere atti malvagi rispetto a chi afferma la propria identità.
Non sacrificare la propria libertà
Lasciare la nostra libertà, ciò che ci piace, magari per far piacere a un gruppo o un’altra persona spinge a diventare cattivi, per lo stesso senso di frustrazione di cui parlavamo nel primo punto. Non essere liberi fa accumulare rabbia, che può essere riversata in un solo, terribile, momento.
Fare affidamento sugli altri
Infine, molto importante, è imparare a fare affidamento sulle altre persone, collaborando con loro. Gli altri possono aiutarci, in modo lieve o più grande, e questa apertura lenisce il senso di rabbia interiore che permette di evitare l’Effetto Lucifero.