Chi non ha mai detto una bugia?
Lo facciamo continuamente. A muoverci il più delle volte è la paura, piuttosto che un tentativo di difesa o l’esigenza di liberarci in fretta di qualcuno, evitando di dare troppe spiegazioni. I motivi che ci spingono a mentire sono i più disparati, ma, fondamentalmente, sono comuni a tutti.
A dichiararlo è Paul Ekman, noto psicologo statunitense, considerato un vero e proprio pioniere nello studio dei movimenti del corpo, delle emozioni e delle micro espressioni facciali a esse correlate in grado di creare un’utile “cartina di tornasole” per la lettura delle emozioni nascoste nei recessi dell’animo umano.
Perché diciamo le bugie?
“I dati raccolti durante le mie interviste con i bambini e gli stessi questionari compilati dagli adulti – queste le parole del Dottor Ekman, annoverato dal Times tra le cento personalità più influenti del mondo – riportano la menzogna ad alcune motivazioni principali che valgono generalmente per tutti e che possono rivelarsi utili nella comprensione della dinamica alla base della finzione”.
Insomma, perché si mente?
Solitamente per sfuggire ad una punizione, per ottenere una ricompensa di non facile conquista o per proteggere un’altra persona dal castigo o, ancora, per guadagnare l’ammirazione da parte degli altri.
Mentiamo per tutelarci dalla possibile minaccia di un danno fisico. Diciamo bugie su bugie per uscire dall’imbarazzo o per evitare di sprofondarci. Raccontiamo menzogne per il desiderio di mantenere la nostra sfera privata protetta, ma, sopra ogni cosa, per tentare di esercitare un insano potere sulle altre persone.