Sembra ovvio: tutti vogliamo sentirci felici. Tuttavia quando pensi alla tua felicità riesci a capire da dove questa proviene? Con quanta facilità riesci a divertirti e rilassarti? Quando ti trovi in una situazione che in teoria ti dovrebbe far sentir bene e invece non riesci a provare gioia?
Secondo una ricerca condotta dalla Bond University, l’incapacità di provare felicità fa parte di un’ampia costellazione di qualità della personalità che prende il nome di alexithymia un termine che gli psicologi clinici definiscono come: l’incapacità di attingere ai propri sentimenti, uno stile di pensiero nel quale ti concentri sulle esperienze invece che su quello che provi interiormente.
Le persone che soffrono di alessitimia non sono in grado di tirarsi su il morale quando si sentono giù e questo porta a rischio di comportamenti autodistruttivi e impulsivi nel tentativo di far sparire la sensazione di dolore. Le persone con questa sindrome clinica pensano di non essere degne di compassione. Inoltre, disprezzano la prospettiva della felicità con il loro stile di pensiero orientato verso l’esterno pensano di dover mostrare la loro forze. Così la felicità diventa sinonimo di debolezza.
Perché l’alessitimia ti porta a vivere stati d’animo negativi?
I ricercatori della Bond University hanno tracciato un percorso che vede come l’alessitimia porta a degli esiti emotivi negativi mediante la combinazione di paura della felicità e della compassione. Le personalità basate sulla paura del rifiuto e della delusione sono un salto logico per questo motivo considerare come questa costante di insicurezza si traduce nel credere di non essere degno di qualunque felicità possa capitarti. Quello che è peggio e che non si riesce a provare compassione verso sé stessi e quindi al contempo si diventa incapaci di provare gioia.
3 modi per riuscire ad alleviare l’alessitimia e ritrovare la gioia
Come è possibile alleviare gli effetti negativi dell’alexithymia? Fortunatamente gli autori forniscono una discussione approfondita delle implicazioni cliniche dello studio. Gli autori hanno sostenuto che possa essere un tratto che può essere modificato attraverso il giusto approccio. Infatti, il modello traccia l’alessitemia mediante la paura di provare felicità e compassione e scrive le proprie regole per l’intervento terapeutico.
Affrontare queste due serie di convinzioni sul fatto che meriti la felicità e compassione sembrerebbe fornire un punto di partenza concreto per riuscire ad affrontare quei sentimenti di depressione e ansia.
Il secondo aiuto è la terapia focalizzata sulla compassione. In questo modo è possibile focalizzarsi sui propri stati interni invece che esterni facilitando il processo di guarigione dalla alessitemia e riportando lo stato d’animo a provare nuovamente gioia.
Infine, una soluzione e preporsi un obiettivo importante e raggiungerlo. Soffermandoti man mano sui pensieri negativi che ti entrano nella tua testa e facendo sì che si possano eliminare e sopperire pensando che si sta raggiungendo una meta e che si è meritevoli dei futuri e presenti momenti di felicità.
Per riassumere devi cercare un modo per eliminare l’impedimento che hai creato e che ti impedisce di provare dei sentimenti piacevoli solo perché non ritieni di poterli meritare. Questo è uno dei motivi principali che porta a vivere un sentimento di angoscia. Praticando la compassione verso te stesso per quei momenti in cui pensi di non poterti sentire felice, quei sentimenti d’angoscia si possono attenuare e portare a una maggiore realizzazione emotiva.