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Come proteggersi dal bornout accademico?

Sempre più spesso i giovani sentono il bisogno di andare in terapia perché non ottengono i risultati accademici sperati nonostante sappiano di averne le capacità. Riportano difficoltà di concentrazione, svogliatezza, cambiamenti nella modalità di apprendimento che prima invece funzionava.

Se il rendimento si abbassa e l’interesse diminuisce è possibile che si tratti di burnout accademico. Non solo brutti voti, ma anche perdita di motivazione, capacità di concentrarsi e pensiero creativo. Di seguito due modi in cui possiamo proteggerci dal burnout accademico.

Ritrovare la motivazione iniziale

Il programma e l’ambiente accademico possono portarci ad acquisire un metodo meccanico nello studio. E gli standard sociali spingono i giovani a scegliere dei percorsi accademici contro la propria volontà, per evitare rimproveri e vergogna.

Inoltre, nel caos di lezioni, test e compiti è facile perdere di vista il motivo iniziale per cui abbiamo intrapreso il percorso. L’interesse intrinseco per ciò che si studia è un’ottima prevenzione per il burnout accademico.

Ci sono alcune domande che possono riaccendere la curiosità e portare a importanti intuizioni sulla propria motivazione, su ciò che dovrebbe cambiare, cosa dovrebbe essere interrotto e ricalibrato:

  • Cosa mi rende felice o alimenta la mia passione nello studio?
  • In che modo il corso mi avvicina a diventare la persona/professionista che vorrei essere?

Consentirsi di commettere errori

Mirare al massimo dei voti in ogni materia è la via più veloce verso l’esaurimento accademico. Il perfezionismo disadattivo sembra avere forti correlazioni con il burnout da studio. Bisogna quindi permettersi di commettere degli errori e imparare da essi, per quanto sia difficile lasciarsi cadere.

Alcuni studi mostrano che attraverso la pratica della mindfulness si può evitare di arrivare all’esaurimento emotivo. La consapevolezza consente di disimpegnarsi dal lavoro durante il tempo libero, lasciando spazio alle facoltà cognitive di riprendersi.

In particolare, ci sono cinque aspetti da tenere a mente per alleviare lo stress accademico:

1.     Non reagire alle esperienze interiori

Se un brutto voto ci porta a ignorare le relazioni e a rinchiuderci in noi stessi, la consapevolezza può aiutare a levigare questi effetti. Lasciare che siano le proprie esperienze interiori a dettare il nostro comportamento può portare a reazioni estreme. La consapevolezza invece offre una finestra di pace per prendere decisioni sane e informate.

2.     Descrivere le cose per ciò che sono

Riuscire a dare un nome alle tendenze negative e malsane aiuta a scacciare l’alone di romanticismo che si può creare intorno a esse. Identificare ed etichettare il perfezionismo disadattivo ci aiuta a capire che il fine non giustifica i mezzi.

3.     Non giudicare le esperienze

A volte essere consapevoli di affrontare lo stress accademico in modo disadattivo può portare a una maggiore vergogna e creare un circolo vizioso. È meglio accettare la propria esperienza e le proprie reazioni con uno stato mentale neutrale per affrontare le sfide con razionalità.

4.     Osservare il corpo

Notare come la propria mente e il corpo reagiscono allo stress accademico può aiutare a prevedere ciò che accadrà. Bisogna praticare autocompassione e pazienza per diventare più autoconsapevoli.

5.     Agire con consapevolezza

Una volta compresi i fattori scatenanti e i modelli comportamentali possiamo apportare dei piccoli cambiamenti. Magari attraverso programmi di studio migliori e più leggeri, trovando un gruppo di studio o rivolgendoci a un professionista della salute mentale per il supporto necessario.

La pressione accademica può portare anche i migliori studenti all’esaurimento e prosciugare tutte quelle che sono le potenzialità di una persona. È importante essere consapevoli del proprio benessere e individuare precocemente i fattori di rischio verso un carico di stress eccessivo, così da riprendere in mano la rotta e proteggersi.

 

About Silvia Faenza

Ciao sono Silvia Faenza, mi sono Laureata in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali all'Università del Salento, nel 2014. Dal 2015 mi occupo della gestione dei contenuti per aziende e agenzie editoriali online, principalmente in qualità di ghostwriter, copywriter e web editor.

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