Come noto, il linguaggio è lo strumento più importante per la comunicazione umana ed è essenziale per la vita nella nostra società. “Nonostante le numerose ricerche neuroscientifiche sulla rappresentazione del linguaggio, si sa ancora poco sull’organizzazione del linguaggio nel cervello umano. Gran parte di ciò che sappiamo deriva da singoli studi con un numero ridotto di soggetti e non è stato confermato da studi successivi“, afferma in merito Sabrina Turker del Max Planck Institute for Human Cognitive and Brain Sciences di Lipsia.
Tuttavia, la meta-analisi recentemente pubblicata a cura dello stesso istituto potrebbe cambiare rapidamente le cose. Basata su oltre 400 esperimenti neuroscientifici di imaging funzionale che hanno coinvolto più di 7000 soggetti, l’analisi fornisce infatti approfondimenti su come il cervello organizza il linguaggio.
Per arrivare a questo ambizioso obiettivo è stata utilizzata una meta-analisi quantitativa e coordinata per integrare i numerosi risultati di studi diversi nel modo più completo e obiettivo possibile. In questo modo è possibile vedere dove si attiva il cervello quando si verificano particolari processi linguistici, comprendendo quali sono i principi fondamentali di come il cervello organizza l’elaborazione del linguaggio.
I ricercatori non solo hanno studiato il linguaggio come processo in generale, ma hanno anche affrontato esplicitamente i processi subordinati: il significato del linguaggio a livello di parole e frasi (semantica); la struttura fonetica del linguaggio (fonologia); la grammatica e la disposizione degli elementi linguistici (sintassi); e la struttura fonetica del linguaggio a livello di frase, compresi melodia, intonazione e ritmo (prosodia).
Oltre alle classiche regioni linguistiche dell’emisfero sinistro del cervello, gli autori dello studio hanno quindi scoperto che le strutture delle regioni cerebrali al di sotto della corteccia cerebrale e del cervelletto svolgono un ruolo chiave nei processi linguistici.
“Queste regioni sono state piuttosto trascurate nelle precedenti ricerche neuroscientifiche sul linguaggio”, afferma Gesa Hartwigsen, docente di psicologia cognitiva e biologica all’Università di Lipsia. “In particolare, il cervelletto destro e sinistro sono coinvolti in processi legati al significato del linguaggio e all’elaborazione dei suoni. Allo stesso modo, i modelli fonetici che trascendono le singole parole e trasmettono anche un significato emotivo sono associati all’attivazione dell’amigdala destra, un’area centrale accoppiata del cervello” – prosegue il docente, sottolineando come questa parte influenzi le emozioni e la memoria.
Il professor Gesa Hartwigsen aggiunge: “I nostri risultati possono essere utili per studi futuri sul recupero del linguaggio dopo una lesione cerebrale, ad esempio causata da un ictus. E potrebbero aiutare a perfezionare i modelli di elaborazione del linguaggio”.