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Bambini, schermi, genitori e ritardi dello sviluppo: un’analisi approfondita sull’interazione tra tecnologia e crescita

La tecnologia, nei suoi molteplici formati, ha permeato ogni aspetto della vita moderna. Dagli smartphone ai tablet, gli schermi sono diventati una presenza onnipresente, influenzando profondamente le dinamiche sociali, educative e familiari. Ma in che modo questo accesso senza precedenti alla tecnologia influisce sullo sviluppo dei bambini?

Nel passato la preoccupazione era la televisione

Remando indietro nel tempo, negli anni ’70, la preoccupazione principale era legata alla televisione. All’epoca, i ricercatori erano concentrati sull’impatto che programmi televisivi avrebbero potuto avere sul comportamento, sull’apprendimento e sulle capacità socio-emotive dei bambini. Mister Rogers’ Neighbourhood e Sesame Street, per esempio, erano al centro di studi che cercavano di comprendere l’interazione tra contenuti televisivi e apprendimento precoce.

La teoria dell’apprendimento sociale di Albert Bandura sottolinea l’importanza della modellazione nel comportamento umano. Basata sull’idea che gli individui apprendono osservando e imitando gli altri, questa teoria può essere estesa al contesto mediatico. In pratica, ciò che i bambini vedono e ascoltano attraverso gli schermi può influenzare profondamente il loro comportamento, i loro valori e le loro percezioni.

Da internet, ai social network e lo smartphone: un nuovo studio

Oggi, con l’esplosione dell’uso di Internet e dei dispositivi mobili, la questione è diventata ancor più intricata. Gli schermi non sono più confinati in un angolo del soggiorno: sono portatili, accessibili e spesso personalizzabili. Mentre da un lato questi dispositivi offrono opportunità educative, dall’altro possono rappresentare una fonte di distrazione continua e, in alcuni casi, una barriera all’interazione sociale diretta.

Uno studio recentemente pubblicato su JAMA Pediatrics ha offerto una prospettiva illuminante su questa problematica. Esaminando un campione significativo di diadi madre/bambino, lo studio ha cercato di determinare se esistesse un legame tra l’uso intensivo degli schermi e potenziali ritardi nello sviluppo. I risultati indicano che un uso eccessivo degli schermi è correlato a ritardi nello sviluppo comunicativo e motorio dei bambini. Questi risultati sono cruciali, considerando che le abilità comunicative e motorie sono fondamentali nelle prime fasi della vita di un individuo.

Tuttavia, è essenziale sottolineare che, pur essendo significative, queste scoperte sono parte di un quadro più ampio. Lo studio ha infatti preso in considerazione diverse variabili ambientali, come l’educazione dei genitori, l’ambiente domestico e socio-economico, e la presenza di altre figure di riferimento nella vita del bambino. Questa complessità sottolinea l’idea che, mentre la tecnologia svolge un ruolo, ci sono molti altri fattori che contribuiscono al benessere e allo sviluppo di un bambino.

Non demonizzare la tecnologia

L’obiettivo, dunque, non dovrebbe essere quello di demonizzare la tecnologia, ma piuttosto di comprendere come integrarla in modo sano nella vita dei bambini. Gli educatori e i genitori sono chiamati a giocare un ruolo cruciale in questo contesto. Limitare il tempo di schermo, favorire attività all’aperto, promuovere interazioni sociali dirette e selezionare contenuti appropriati per l’età sono tutte strategie essenziali per garantire che la tecnologia sia un complemento, e non un ostacolo, nello sviluppo sano dei bambini.

In conclusione, mentre la tecnologia continuerà ad avanzare e ad offrire nuove opportunità e sfide, la responsabilità di mediare l’interazione dei bambini con essa rimane, come sempre, in mano agli adulti. Attraverso la consapevolezza, l’istruzione e l’adattamento, è possibile assicurare che la prossima generazione cresca equilibrata, informata e pronta a navigare in un mondo sempre più connesso.

About Silvia Faenza

Ciao sono Silvia Faenza, mi sono Laureata in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali all'Università del Salento, nel 2014. Dal 2015 mi occupo della gestione dei contenuti per aziende e agenzie editoriali online, principalmente in qualità di ghostwriter, copywriter e web editor.

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