Un sorriso trasmette davvero la felicità? O scoprire cosa si cela dietro le espressioni facciali è un po’ più difficile di quel che si pensi?
In realtà, secondo quanto emerge da un recente studio coordinato da Aleix Martinez, professore di ingegneria elettrica e informatica alla Ohio State University, le espressioni facciali potrebbero non essere indicatori affidabili delle emozioni e, dunque, non dovremmo mai fidarci fino in fondo del volto di una persona.
“La domanda che ci siamo posti è ‘Possiamo davvero rilevare l’emozione dalle articolazioni facciali?’” – afferma Martinez – “e la conclusione di base è: no, non si può”.
Martinez, il cui lavoro si è concentrato sulla costruzione di algoritmi informatici che analizzano le espressioni facciali, ha lungamente analizzato la cinetica dei movimenti muscolari del viso umano e ha confrontato questi movimenti muscolari con le emozioni della persona. Ha quindi scoperto che i tentativi di rilevare o definire le emozioni basate sulle espressioni facciali di una persona erano quasi sempre sbagliati.
“Ognuno fa espressioni facciali diverse in base al contesto e al background culturale”, ha detto Martinez. “Ed è importante rendersi conto che non tutti quelli che sorridono sono felici. Non tutti quelli che sono felici sorridono. Arriverei persino all’estremo di dire che la maggior parte delle persone che non sorridono non sono necessariamente infelici. E se si è felici per un giorno intero, non si cammina certo per strada con il sorriso sulle labbra. Sei solo felice”.
È anche vero, ha detto Martinez, che a volte le persone sorridono per un obbligo verso le norme sociali. Questo non sarebbe intrinsecamente un problema, ha detto – ma alcune aziende hanno iniziato a sviluppare una tecnologia per riconoscere i movimenti dei muscoli facciali e assegnare emozioni o intenti a quei movimenti, generando dunque delle conseguenze inaspettate fino a non troppi anni fa.
“Alcune di queste aziende sostengono di poter rilevare se qualcuno sia colpevole o meno di un crimine, o se uno studente stia prestando attenzione in classe, o ancora se un cliente sia soddisfatto dopo un acquisto” – ha affermato il ricercatore. “Quello che la nostra ricerca ha dimostrato è che queste affermazioni sono un’assurdità assoluta. Non c’è modo di determinare queste cose. E peggio ancora, può essere pericoloso”.
Naturalmente, questo non significa che il viso non sia un elemento poco importante per intercettare le emozioni. Dopo aver analizzato i dati sulle espressioni facciali e le emozioni collegate, infatti, il team di ricerca ha scoperto che – ad esempio – il colore del viso può aiutare a fornire indizi molto importanti.
“Quello che abbiamo dimostrato è che quando si prova un’emozione, il cervello rilascia peptidi – per lo più ormoni – che cambiano il flusso sanguigno e la composizione del sangue, e poiché il viso è inondato da questi peptidi, cambia colore”, ha detto Martinez. E’ poi l’intero corpo umano ad offrire altri suggerimenti come la postura del corpo.