Stando a quanto elaborato da un recente studio di imaging cerebrale diffuso sull’ultimo numero di eLife, gli adolescenti che dispongono di grandi quantità di materia grigia nel cervello, all’età di 14 anni, hanno maggiori probabilità di aumentare l’uso di alcol nei successivi cinque anni.
I risultati dell’analisi possono ora aiutare gli scienziati a capire cosa rende alcuni adolescenti più inclini ai disturbi del consumo di alcol, e potrebbero altresì aiutare a identificare gli adolescenti che sono esposti a un rischio di eccessivo consumo di alcol e consentire interventi precoci per frenare tale pericolo.
Come rammenta Simone Kuehn, autore principale dello studio e docente presso l’University Medical Center Hamburg-Eppendorf, l’adolescenza è un momento criticamente vulnerabile per lo sviluppo di abitudini legate al consumo di alcol, tale da portare a conseguenze considerevoli nella vita, compresa la dipendenza da queste sostanze.
Già studi precedenti avevano suggerito che le differenze in alcune parti del cervello nella prima adolescenza avrebbero potuto rendere alcuni giovani più vulnerabili allo sviluppo di dipendenze. Kuehn e i suoi colleghi hanno fatto un ulteriore passo avanti, utilizzando la risonanza magnetica strutturale per cercare differenze cerebrali tali da indurre a un aumento del consumo di alcol negli stessi adolescenti nei successivi cinque anni.
Per far ciò hanno esaminato le immagini dettagliate del cervello di 1.814 ragazzi sani di 14 anni, che partecipano al progetto IMAGEN, un ampio studio europeo sugli adolescenti, e lo hanno confrontato con le abitudini di consumo di alcol dichiarate dai partecipanti all’età di 14, 16, 17 e 19 anni. Hanno quindi usato i computer per suddividere le immagini in piccoli cubi 3D chiamati “voxel” e hanno costruito modelli basati su questi dati per prevedere i cambiamenti nel comportamento dell’assunzione di alcol degli adolescenti nel tempo.
I modelli hanno rivelato che gli adolescenti con più materia grigia nel nucleo caudato, la regione del cervello coinvolta nell’apprendimento, e il cervelletto sinistro, che è associato al pensiero e al movimento, avevano maggiori possibilità di aumentare le loro abitudini di bere nel tempo.
Differenze cerebrali simili negli adolescenti sono state collegate allo sviluppo di disturbi psichiatrici in età adulta, il che rafforza l’idea che le differenze strutturali nel cervello possano contribuire sia ai disturbi psichiatrici che all’uso di sostanze alcoliche. Ma la causa di queste differenze non è ancora chiara…