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In che modo lo stress dei genitori impatta sui figli

Un recente studio europeo ha cercato di identificare quali fattori predissero l’autolesionismo non suicida nell’adolescenza, studiando un gruppo di 759 bambini, nel tempo, a partire dall’età di 6 anni, poi di 12 e 16 anni.

L’autolesionismo non suicida è definito come la distruzione deliberata dei propri tessuti corporei, ad esempio tramite tagli o bruciature, senza intento suicida. L’autolesionismo, in queste situazioni, è visto come un modo malsano di affrontare il dolore psicologico e lo stress che scarica la tensione e alla fine ripristina un senso di calma. Il tasso di autolesionismo aumenta notevolmente nell’adolescenza ed è tipicamente più comune tra le ragazze che tra i ragazzi.

I ricercatori hanno dunque ipotizzato che il livello di stress dei genitori all’inizio della vita del bambino fosse uno dei fattori che predicono la NSSI nell’adolescenza. Hanno poi misurato questo stress utilizzando l’indice di stress genitoriale, uno strumento di autovalutazione convalidato che valuta l’entità dello stress nella relazione genitore-figlio in tre aree chiave: caratteristiche del bambino (ad esempio, esigente, iperattività); caratteristiche del genitore (ad esempio, salute, attaccamento e competenza); e stress generale (ad esempio, finanziario, isolamento sociale).

Uno dei risultati più salienti dello studio è stato il legame tra il livello di stress dei genitori quando il bambino aveva 6 anni e l’NSSI, nello stesso bambino, nella successiva adolescenza. I risultati di questo studio suggeriscono dunque che lo stress dei genitori ha un ruolo nell’aumentare il rischio di NSSI, mentre i fattori specifici del bambino e l’esposizione a eventi negativi (ad esempio, la morte di un adulto vicino, un grave incidente stradale, ustioni, quasi annegamenti) non lo hanno fatto. Questi risultati indicano l’influenza unica e potente che i genitori e la qualità della relazione genitore-figlio esercitano sul sano sviluppo psicologico dei bambini.

Cosa possono fare i genitori?

La relazione genitore-figlio rimane un fattore determinante per lo sviluppo sano dei bambini, anche se la genitorialità, nel mondo di oggi, può a volte sembrare depotenziata e farci sentire come se non fosse così.

Il proprio stress, anche quando il bambino è piccolo, può influenzare negativamente la relazione genitore-figlio, portando in seguito a ulteriori complicazioni per entrambi. Se siete un neo-genitore, è fondamentale assicurarsi di avere il supporto necessario il prima possibile. Le possibili azioni da intraprendere includono:

  1. Iniziare presto. Quando si tratta di stress e genitorialità, è bene pensare ai propri unici punti di vulnerabilità il prima possibile nel percorso di genitorialità. Ad esempio, ci si può domandare se si è un genitore single, se il bambino ha esigenze particolari, se si sono vissute delle avversità durante l’infanzia, in che modo il rapporto con i propri genitori può influenzare lo stile genitoriale, e così via. Riconoscere queste aree aumenterà la consapevolezza e questo di per sé può aiutare a minimizzare le ripercussioni negative. Inoltre, la loro identificazione precoce offre l’opportunità di prevenire in modo proattivo l’impatto negativo di questi fattori sulla capacità di essere genitori.
  2. Essere un modello per i figli su come affrontare lo stress in modo sano e proattivo. È opportuno cercare di eliminare i modi malsani di affrontare lo stress nella propria vita.
  3. Essere gentili con se stessi. La perfezione è sopravvalutata quando si parla di genitorialità. Bisogna dunque sforzarsi di creare una dinamica sana e costante che sia sostenibile nel tempo. Lasciare spazio alla crescita e all’apprendimento quando le cose non vanno come previsto. Nei momenti difficili, rimanere sempre compassionevoli con se stessi e con il proprio figlio.
  4. Essere coerenti. Anche solo 30 minuti al giorno di legame e gioco senza stress (ad esempio, l’ora di cena, il momento del bagno e la lettura della buonanotte) con il proprio bambino possono fare molto per proteggere la qualità della relazione. È dunque bene assicurarsi di essere presenti in quei momenti e di essere liberi da distrazioni.
  5. Cercare un aiuto professionale. Se non si riesce a ottenere la trazione di cui si ha bisogno, se ci si sente costantemente sopraffatti o si teme che il proprio figlio sia in difficoltà, è giusto chiedere aiuto!

About Roberto Rossi

Mi chiamo Roberto Rais, Giornalista pubblicista, da diversi anni  specializzato in tematiche legate alla psicologia, alla motivazione e al wellness psico-fisico. Collaboro con alcuni magazine online di settore, prestando la mia consulenza editoriale anche ad agenzie di stampa e siti web"

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