Gli uomini e le donne sono diversi in alcuni processi fisiologici. Un punto estremamente importante, ma spesso frainteso, è la varianza nella reattività allo stress. Non si tratta di qualcosa di legato ai concetti emotivi e politici sul genere o sulla sessualità.
Si tratta di un concetto propriamente scientifico sui fattori biologici guidati dall’evoluzione, che coinvolgono differenze fisiologiche tra uomini e donne.
Ossitocina e cortisolo: diverse risposte ormonali
Gli uomini e le donne mostrano una notevole variazione nelle loro risposte ormonali allo stress, quindi diversi comportamenti di reazione. Nelle situazioni stressanti, gli uomini aumentano significativamente i livelli di testosterone e cortisolo, nonché una maggiore attivazione nell’amigdala.
Al contrario, le donne producono livelli più elevati di estrogeni e ossitocina. L’ossitocina è una molecola anch’essa fraintesa, spesso chiamata in modo fuorviante “l’ormone dell’amore”. È rilevante nel ridurre la reattività allo stress e nell’indurre un’atmosfera calmante, di supporto.
Psicologicamente, l’ossitocina è associata al supporto sociale, al nutrimento e al legame di fiducia. È stato dimostrato che l’ossitocina mitiga l’attività dell’amigdala, riducendo la stimolazione simpatica nelle donne (Sessa, 2017).
Come risultato dell’aumento di testosterone e di attività dell’amigdala, gli uomini hanno maggiori probabilità di rispondere allo stress con aggressività e reazioni emotive, fino alla primordiale reazione di lotta. Le donne con gli ormoni più alti di estrogeni e ossitocina si spostano invece verso reazioni di cura e supporto.
Reazioni primordiali a situazioni stressanti
Oltre al condizionamento socioculturale e di sviluppo, le differenze ormonali spiegano perché gli uomini sono più inclini a reagire con la violenza e le donne con il congelamento, la calma o l’attaccamento. Ha un senso evolutivo, perché agli uomini era richiesto di fornire protezione: combattere animali e nemici.
Inoltre, i ricercatori hanno scoperto che gli uomini hanno una maggiore attivazione dell’HPA rispetto alle donne e che questa eccitazione aumenta il rischio di disturbi legati allo stress.
Per i nostri antenati, era necessario che le femmine avessero una maggiore capacità corticale, cioè che potessero gestire livelli più elevati di cortisolo e avere una minore eccitazione eccessiva, riuscendo così a mantenere più capacità di funzionamento logico (Goldstein, 2010).
Le nostre femmine ancestrali dovevano essere in grado di valutare un maschio in avvicinamento e determinare se quel maschio rappresentava un’opportunità di accoppiamento di successo oppure una minaccia.
Le necessità evolutive di uomini e donne
Per fare ciò, le femmine hanno sviluppato una maggiore capacità ormonale di regolare le risposte allo stress, diversamente dai maschi. Le donne hanno livelli più elevati di proteine leganti che impediscono l’ipereccitazione del funzionamento HPA, riducendo gli impatti ormonali allo stress.
Gli uomini, d’altra parte, hanno più probabilità di andare incontro a una disregolazione dell’omeostasi ormonale. Questo meccanismo di regolazione non era necessario da un punto di vista evolutivo per il maschio, che aveva la responsabilità primaria della protezione della sua unità sociale.
Il maschio ancestrale doveva attivare una risposta comportamentale di lotta o fuga, supportata dalla necessità di un aumento del testosterone.
Inoltre, l’ossitocina negli uomini produce sì un effetto di legame, ma verso i loro compagni di combattimento. Non il legame per calmare e sviluppare le relazioni che invece si verifica nelle donne per effetto degli estrogeni. In altre parole, gli uomini possono diventare anche più aggressivi quando in loro aumenta l’ossitocina.
Analizzare lo sviluppo evolutivo della fisiologia di uomini e donne a partire dai nostri antenati può aiutarci a comprendere il funzionamento delle diverse reazioni allo stress e quindi a come intervenire per mitigarne gli effetti negativi.