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Perché gli smartphone aumentano l’ansia?

Avete mai provato una sensazione di sollievo nel momento in cui vedete film o serie TV nella quale gli smartphone non sono presenti? Il motivo potrebbe essere un senso di nostalgia verso una vita in cui non c’è una connessione costante, dove la vita sembra più semplice e anche meno caotica.

Perché anche se la comunicazione istante e globale è sicuramente un fattore positivo, al contempo avere sempre alla portata strumenti di comunicazione e connessione come gli smartphone può portare a provare più ansia e aggravarla in chi soffre di questo disturbo.

Il motivo risiede nel fatto che, nonostante siano dei dispositivi che ad oggi fanno parte della nostra quotidianità, lo scambio elettronico, i messaggi, le e-mail le costanti comunicazioni digitali, ci mantengono iperstimolati e al contempo non soddisfano appieno i nostri bisogni sociali ed evolutivi. Anzi, spesso si innesca una sensazione d’impotenza.

Le prove cliniche di come l’eccessiva connessione provoca ansia

 La comunicazione via Internet ha iniziato la sua ascesa attraverso i computer, ma oggi si espande a numerosi dispositivi come console di gioco, tablet e smart TV.

Nonostante ciò, gli smartphone sono diventati una tecnologia tra le più controverse e discusse, tant’è che si parla sempre più di vietarli nelle ore scolastiche e sul posto di lavoro. Questo perché se da una parte gli smartphone offrono un ampio livello di praticità dall’altra questi rappresentano anche un rischio per la propria salute mentale.

La facilità d’accesso, la portabilità, rende gli smartphone uno strumento per rimanere sempre connessi, altamente coinvolti e in alcuni casi una vera e propria ossessione che porta le persone a fare sempre più difficoltà a staccarsi da questi.

Inoltre, gli smartphone attivano i neurotrasmettitori del cervello, nello specifico quelli dopaminergici, che sono coinvolti in genere anche nelle dipendenze da sostanze, ma anche nello shopping compulsivo e gioco d’azzardo.

Secondo numerosi studi in ambito psicologico, l’uso prolungato degli smartphone è legato a una serie di problemi di salute mentale, tra cui ansia, depressione, suicidio, bullismo, disturbi alimentari, violenza sessuale e solitudine.

Inoltre, è stato riscontrato che possono compromettere l’apprendimento e ridurre la creatività. Ma la vera minaccia non è tanto il dispositivo in sé, quanto l’ecosistema digitale che lo circonda.

Eventi stressanti veicolati più facilmente sugli smartphone

I primi studi sugli animali hanno dimostrato che gli eventi stressanti sono molto più intensi se percepiti come imprevedibili e incontrollabili. Questo principio offre un’importante chiave di lettura per comprendere gli aspetti stressanti dell’uso degli smartphone.

Gli smartphone ci portano anche ad essere interrotti costantemente dai messaggi, dalle notifiche, gli aggiornamenti e le richieste che sembrano volere una risposta e un’attenzione immediata. Questa imprevedibilità, che non è legata solo alla gestione del tempo che sembra essere scandita tra una notifica e un’altra, viene minata anche dall’esposizione costante all’informazione.

Gli smartphone e le notizie che possiamo leggere o che riceviamo sotto forma di notifiche, o con un messaggio sui mezzi di messaggistica istantanea, ci possono esporre costantemente a tantissime informazioni, molte di queste angoscianti e negative.

E così eventi che avrebbero messo almeno un giorno a raggiungerci, e che avremmo visto magari solo per pochi minuti al televisore, ora ci vengono notificati in tempo reale, ovunque ci troviamo. Inoltre, possiamo vedere in loop e su diversi media le notizie, soprattutto quelle più tragiche.

Prendiamo il caso dell’assalto al Campidoglio degli Stati Uniti il 6 gennaio 2021: molte persone negli Stati Uniti sono venute a conoscenza di questo evento non dai media tradizionali, ma tramite un messaggio o una notifica push sui loro telefoni.

Anche se siamo fisicamente distanti da questi eventi, gli smartphone ci rendono partecipi emotivamente, aumentando il nostro livello di ansia.

A livello individuale, inoltre, gli smartphone ci espongono anche a forme più dirette di stress, come il cyberbullismo, i commenti denigratori sui social media e le molestie.

Gli algoritmi dei social, progettati per massimizzare il coinvolgimento, spesso danno priorità a contenuti che suscitano forti emozioni, come rabbia o ansia, alimentando così un circolo vizioso di negatività.

Anche quando le interazioni online sono positive, la frequenza con cui avvengono può contribuire a farci sentire costantemente “attivi” e incapaci di rilassarci.

Emoji, meme e comunicazione minima

smartphone provocano ansia

Gli esseri umani si sono evoluti in un contesto di interazioni sociali ravvicinate, dove la comunicazione faccia a faccia era fondamentale per la sopravvivenza.

La vicinanza fisica e il contatto erano essenziali non solo per la cooperazione, ma anche per il benessere psicologico, dato che il contatto sociale stimola il rilascio di ossitocina, l’ormone dell’antistress.

Tuttavia, la comunicazione attraverso gli smartphone ha trasformato questo tipo di interazione. Oggi, gran parte delle nostre conversazioni avviene attraverso emoji, meme e risposte preconfezionate, strumenti che semplificano e riducono l’immediatezza e l’intimità delle comunicazioni interpersonali.

Questo tipo di interazione manca di quella profondità emotiva e del calore umano che caratterizza il contatto fisico, portando spesso a un senso di isolamento.

Inoltre, la comunicazione digitale è intrinsecamente meno appagante dal punto di vista evolutivo. Sebbene gli scambi online possano imitare la socievolezza ancestrale, non offrono lo stesso livello di appagamento che deriva dal contatto fisico e dalla vicinanza umana. Di conseguenza, ci troviamo a vivere una sorta di “paradosso della connessione“: siamo sempre connessi, ma ci sentiamo più soli che mai. 

Gli smartphone sono diventati una parte indispensabile della nostra vita moderna, offrendo numerosi vantaggi in termini di praticità e accesso alle informazioni. Tuttavia, il loro uso continuo e l’esposizione a eventi imprevedibili e incontrollabili possono avere un impatto significativo sulla nostra salute mentale.

L’ansia che deriva dall’essere costantemente “attivi” online, unita alla mancanza di contatto umano significativo, crea una miscela pericolosa che minaccia il nostro benessere psicologico.

Sebbene non sia possibile (e forse neanche desiderabile) abbandonare del tutto gli smartphone, è importante prendere coscienza dei loro effetti e adottare strategie per limitare il loro impatto negativo.

Essere consapevoli di come e quando utilizzare questi dispositivi può aiutarci a ritrovare un po’ di quella calma e prevedibilità che la vita moderna sembra aver perso.

About Silvia Faenza

Ciao sono Silvia Faenza, mi sono Laureata in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali all'Università del Salento, nel 2014. Dal 2015 mi occupo della gestione dei contenuti per aziende e agenzie editoriali online, principalmente in qualità di ghostwriter, copywriter e web editor.

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