Stando a quanto afferma la professoressa e ricercatrice Audrey van der Meer, della NTNU, le linee guida adottate dalle nazioni dovrebbero essere messe in atto per garantire che i bambini ricevano almeno un minimo di formazione grafologica. Ma perché?
Secondo van der Meer, i risultati di diversi studi hanno dimostrato chiaramente che sia i bambini che gli adulti imparano di più e ricordano meglio quando scrivono a mano, piuttosto che quando digitano i tasti sulla tastiera di un computer.
Ebbene, effettivamente un altro studio ancora più recente conferma la stessa cosa: la scelta della scrittura a mano rispetto all’uso della tastiera permette di ottenere il miglior apprendimento e la migliore memoria nel bambino, e non solo.
Per poter arrivare a tali conclusioni van der Meer e i suoi colleghi hanno indagato più volte tale questo aspetto, prima nel 2017 e ora nel 2020. Nel 2017 il team ha esaminato l’attività cerebrale di 20 studenti, mentre ora ha pubblicato uno studio in cui ha esaminato l’attività cerebrale di dodici giovani adulti e dodici bambini, per un totale di 24 persone. È la prima volta che i bambini partecipano a uno studio di questo tipo Entrambi gli studi sono stati condotti utilizzando un dispositivo EEG per monitorare e registrare l’attività delle onde cerebrali.
Detto ciò, ricordiamo anche che i partecipanti allo studio utilizzavano uno speciale caschetto durante l’esperimento, in grado di recepire gli impulsi elettrici prodotti dal cervello quando è attivo. I sensori negli elettrodi, molto sensibili, possono captare l’attività elettrica che viene così generata.
Ebbene, a margine del test, durato 45 minuti, è emerso che il cervello sia nei giovani adulti che nei bambini è molto più attivo quando si scrive a mano, piuttosto che quando si digita su una tastiera.
“L’uso di carta e penna dà al cervello più ‘ganci’ a cui appendere i ricordi. Scrivere a mano crea molta più attività nelle parti sensomotorie del cervello. Molti sensi si attivano premendo la penna sulla carta, vedendo le lettere che si scrivono e sentendo il suono che si fa mentre si scrive. Queste esperienze sensoriali creano un contatto tra le diverse parti del cervello e aprono il cervello all’apprendimento. Entrambi impariamo meglio e ricordiamo meglio“, afferma Van der Meer.
Purtroppo, oggi giorno risulta molto evidente che sempre più bambini imparano prima a digitare i tasti sul PC, che a scrivere a mano, con un sondaggio condotto in 19 paesi dell’UE che dimostra che lo smartphone è un compagno costante, seguito da vicino da PC e tablet. Non solo: il tempo libero dei bambini trascorso davanti a uno schermo è ora amplificato dalla crescente importanza che le scuole attribuiscono all’apprendimento digitale.
Van der Meer ritiene dunque che l’apprendimento digitale abbia molti aspetti positivi, ma sollecita la formazione della scrittura a mano. “Dato lo sviluppo degli ultimi anni, rischiamo di far perdere a una o più generazioni la capacità di scrivere a mano. La nostra ricerca e quella di altri mostrano che questa sarebbe una conseguenza molto spiacevole” dell’aumento dell’attività digitale, dice Meer.
Effettivamente, però, occorre dire che nell’annoso dibattito sulla scrittura a mano o sull’uso della tastiera a scuola, alcuni insegnanti ritengano in realtà che le tastiere creino meno frustrazione per i bambini, e maggiore motivazione, visto che vedono ampi progressi in breve tempo.
“Imparare a scrivere a mano è un processo un po’ più lento, ma è importante per i bambini passare attraverso la fase faticosa di imparare a scrivere a mano. Gli intricati movimenti della mano e la forma delle lettere sono utili in diversi modi. Se si usa una tastiera, si utilizza lo stesso movimento per ogni lettera. Scrivere a mano richiede il controllo delle vostre capacità motorie e dei vostri sensi. È importante mettere il cervello in uno stato di apprendimento il più spesso possibile. Userei una tastiera per scrivere un saggio, ma prenderei appunti a mano durante una lezione“, dice Van der Meer.