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L’adolescenza dura fino a 32 anni

Per decenni abbiamo sentito ripetere che “il cervello adolescente è ancora in via di sviluppo” e che “le sostanze danneggiano il cervello dei teenager”. Alcuni consideravano queste affermazioni propaganda di chi si oppone all’uso di sostanze come la cannabis, mentre altri mettevano in dubbio la scienza dietro tali premesse. Oggi, una ricerca rivoluzionaria pubblicata su Nature Communications fornisce un quadro scientifico solido che conferma e approfondisce queste intuizioni, definendo con precisione quando e come il cervello cambia durante la crescita.

Lo studio condotto da Alexa Mousley e colleghi dell’Università di Cambridge ha analizzato oltre 4.000 scansioni di risonanza magnetica a diffusione di persone dalla nascita fino a 90 anni, identificando i principali punti di svolta nello sviluppo della struttura cerebrale. Il risultato più sorprendente? Il periodo tra i 9 e i 32 anni emerge come la fase topologicamente più dinamica della vita, quando il cervello attraversa la riorganizzazione strutturale più rapida e conseguente.

Le quattro fasi dello sviluppo del cervello

Il cervello umano non matura né invecchia in modo lineare, ma transita attraverso quattro epoche principali. I ricercatori hanno identificato quattro punti di svolta cruciali nello sviluppo cerebrale, che avvengono approssimativamente a 9, 32, 66 e 83 anni. Questi momenti rappresentano cambiamenti direzionali nella traiettoria topologica complessiva del cervello, periodi in cui la struttura delle reti neurali si riorganizza profondamente.

L’epoca più estesa e vulnerabile alle interferenze ambientali è quella che va dall’adolescenza all’età adulta emergente, circa dai 10 ai 32 anni. Durante questo periodo, il cervello è particolarmente sensibile agli stress ambientali e all’esposizione a sostanze, rendendo qualsiasi interferenza potenzialmente capace di alterare la traiettoria di sviluppo in modi che persistono ben oltre la cessazione dell’uso di sostanze.

Questa scoperta restringe significativamente la finestra temporale in cui l’architettura cerebrale fondamentale viene costruita e ottimizzata. Non stiamo parlando solo dell’adolescenza tradizionalmente intesa, ma di un periodo che si estende per oltre due decenni, coprendo momenti cruciali della formazione dell’identità, delle scelte educative e professionali, e dell’instaurazione di pattern comportamentali duraturi.

L’esposizione alle sostanze in un cervello in sviluppo

L’esposizione a nicotina, alcol e cannabis è da tempo associata a un rischio aumentato di sviluppare disturbi da uso di sostanze nel corso della vita. Questo nuovo studio ci aiuta a comprendere come l’uso precoce possa causare cambiamenti neurobiologici duraturi, preparando il terreno per una vulnerabilità che dura tutta la vita. I circuiti neurali alla base della ricompensa, dell’abitudine e del controllo cognitivo vengono scolpiti durante questa seconda epoca, proprio quando la maggior parte degli individui inizia a sperimentare con le sostanze.

L’uso precoce di sostanze agisce su un cervello impegnato attivamente in una costruzione su larga scala. I cambiamenti fisiologici indotti dall’esposizione ripetuta alle droghe possono diventare codificati strutturalmente. Invece di creare modifiche temporanee nella forza sinaptica o disregolazione della trasmissione dopaminergica, l’uso precoce di sostanze può alterare significativamente lo sviluppo cerebrale stesso, influenzando il modo in cui i circuiti della ricompensa e del controllo vengono cablati e integrati.

Il risultato è un’architettura neurale adulta orientata verso una maggiore ricerca di droghe e stimoli, una sensibilità elevata alla ricompensa e una supervisione prefrontale diminuita. Nel tempo, gli stimoli associati alle droghe acquisiscono un potere motivazionale esagerato, rendendoli sproporzionatamente importanti rispetto alle ricompense naturali come il cibo, le relazioni sociali o il successo personale.

Le modifiche sui circuiti dell’abitudine

Durante la seconda epoca, il cervello transita dal fare affidamento principalmente su sistemi orientati agli obiettivi verso un coinvolgimento crescente dei circuiti dell’abitudine, un processo che rende alcuni comportamenti più automatici e meno flessibili. L’uso di sostanze durante questo passaggio evolutivo può rafforzare prematuramente i percorsi dell’abitudine e ridurre l’influenza delle tendenze prefrontali che permettono di “dire semplicemente no”.

I circuiti dell’abitudine dirottati dalle droghe diventano il macchinario neurale alla base della ricerca compulsiva di sostanze, trasformando azioni complesse in routine semplici, ripetitive e quasi automatiche. L’uso di sostanze può così diventare un’abitudine inconscia. Di conseguenza, il comportamento di ricerca della droga può trasformarsi in pattern guidati da segnali ambientali piuttosto che da scelte consapevoli.

Queste abitudini sono notoriamente difficili da estinguere, contribuendo alla natura cronica e recidivante della dipendenza. Una persona può rimanere sobria per anni, ma l’esposizione a contesti o stimoli che riattivano questi circuiti può innescare ricadute apparentemente inspiegabili. L’architettura cerebrale rimane orientata verso pattern comportamentali appresi durante la fase di massima plasticità.

A 32 anni c’è un punto di non ritorno

Lo studio di Mousley sottolinea che dopo i 32 anni le priorità strutturali del cervello cambiano radicalmente. L’integrazione declina gradualmente man mano che l’età adulta progredisce. La capacità di riorganizzazione delle reti su larga scala diminuisce, e la finestra per raggiungere il picco di efficienza nelle connessioni neurali si chiude. Una volta superato questo punto di svolta topologico della prima età adulta, il cervello non ha più lo stesso impulso evolutivo per correggere pattern di cablaggio aberranti.

L’architettura diventa la fondazione su cui poggia il comportamento futuro. Questo spiega perché l’uso di sostanze a esordio precoce predice traiettorie di dipendenza più severe e tassi di ricaduta più elevati durante tutta la vita. L’astinenza rimane possibile, talvolta per lunghi periodi, ma il cablaggio neurale è orientato a favore della ricerca compulsiva di droghe, specialmente quando gli individui vengono esposti ad ambienti che fungono da trigger.

I cambiamenti alla struttura cerebrale causati dall’abuso di sostanze spiegano perché la dipendenza diventa un disturbo cronico e recidivante: l’architettura neurale su cui le persone fanno affidamento da adulti è stata plasmata dall’esposizione a sostanze durante la fase più plastica e formativa del cervello.

Perché è importante prevenire

Comprendere la dipendenza attraverso la lente di questo studio reincornicia l’uso precoce di sostanze non come una scelta di stile di vita di un adolescente impulsivo, ma come un evento critico capace di alterare profondamente la traiettoria dello sviluppo cerebrale. Questo cambiamento di prospettiva ha implicazioni profonde per la prevenzione e l’educazione.

Invece di avvertimenti generici sui “danni al cervello in via di sviluppo”, genitori ed educatori possono ora spiegare che tra i 9 e i 32 anni il cervello sta costruendo la sua struttura più efficiente. Questa architettura governa l’analisi rischio-beneficio, la ricompensa, l’apprendimento, il controllo degli impulsi e la capacità di resistere alle voglie. Introdurre sostanze psicoattive durante questo intervallo modifica la struttura del sistema nel momento stesso in cui viene costruita.

La prevenzione precoce diventa così un imperativo neurosviluppale, non un moralismo arbitrario. Non si tratta di negare il piacere o limitare la libertà, ma di proteggere un processo biologico fondamentale che determinerà la qualità della vita futura. I giovani meritano di sapere che le scelte fatte durante questo periodo possono avere conseguenze strutturali permanenti sul funzionamento del loro cervello.

About Roberto Rossi

Mi chiamo Roberto Rais, Giornalista pubblicista, da diversi anni  specializzato in tematiche legate alla psicologia, alla motivazione e al wellness psico-fisico. Collaboro con alcuni magazine online di settore, prestando la mia consulenza editoriale anche ad agenzie di stampa e siti web"

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