L‘arte di giocare con la sabbia o Sandplay Therapy deve la sua nascita alla psicologa svizzera Dora Kalff, che ha ideato la terapia con il gioco della sabbia, un metodo terapeutico che fa bene anzitutto ai bambini. Ma scopriamo insieme di cosa si tratta.
Sandplay Therapy
La psicologa che ha creato questo metodo terapeutico è stata allieva di Jung e per questo questa tecnica viene inserita nella cosiddetta Psicologia Analitica, di cui Jung ne fu il fondatore. La terapia consiste nel lasciare che il bambino o la persona in terapia manifesti i propri disagi attraverso il gioco con la sabbia e gli oggetti a disposizione per creare le forme ma non solo vengono forniti anche oggetti di gioco come animali, mezzi di trasporto, personaggi, etc.
Se state pensando ad una spiaggia dove farlo, non è del tutto corretto visto che la terapia con lo psicologo viene fatta presso uno studio. Ecco quindi che la terapista Dora Kalff ha pesato di utilizzare una sabbiera o cassetta dove inserire la sabbia e gli oggetti per la terapia.
Questo metodo terapeutico è particolarmente indicato per tutte quelle persone e bambini che hanno difficoltà di espressione o patologie che non permettono loro di esternare il disagio a parole.
Essendo la sandplay therapy particolarmente indicata per chi ha problemi di linguaggio ed espressione è importante che chi vi si sottopone lo faccia in maniera periodica senza interruzioni, questo permetterà la giusta stimolazione e interazione con la sabbia e la creazione di una sorta di palcoscenico nella sabbia dove esprimersi, ma anche dove uscire dallo spazio stesso. Infatti è stato riscontrato che i bambini che utilizzano un piccolo spazio all’interno della sabbiera hanno una maggiore inclinazione alla depressione, mentre quelli che tendono a superare i limiti della sabbiera possono avere tendenze oppositive o disturbi dell’organizzazione.
La Sandplay Therapy è così un metodo diagnostico oltre che curativo, aiuta a rilassare e a scoprirsi autoconoscendosi.