Home / Attualità / Aiutare gli altri – Perché talvolta la gente si rifiuta di prestare aiuto al momento del bisogno?
aiutare gli altri
aiutare gli altri

Aiutare gli altri – Perché talvolta la gente si rifiuta di prestare aiuto al momento del bisogno?

Aiutare gli altri – Perché talvolta la gente si rifiuta di prestare aiuto al momento del bisogno?

Esisto persone che non sono capaci di provare le stesse emozioni percepite dalla stragrande maggioranza. Questo accade a causa di un di una sorta di anomalia “congenita” per la quale viene a mancare il sentimento dell’empatia. Alcune persone, in breve, non comprendono la sofferenza di un altro essere umano. Per fortuna, tali persone sono una esigua minoranza.

Le persone più comuni sono quelle che in certe situazioni semplicemente rifiutano di prestare soccorso a qualcuno per poi accorgersi che il malcapitato aveva davvero bisogno di aiuto.

Un esempio è il vergognoso caso di Kitty Genovese, avvenuto nella città di a New York nel 1964: all’epoca, ben 38 persone ebbero la possibilità di impedire un omicidio annunciato, ma nessuna di esse intervenne.

Com’è possibile una cosa del genere?

Per secoli i filosofi si sono posti questa domanda ed oggi sono gli psicologi a farsi avanti alla ricerca di una risposta.

Una regola generale è che meglio conosciamo qualcuno o più questa persona ci somiglia e più siamo disposti ad aiutarla. Raramente rifiutiamo il nostro sostegno alle persone che ci sono care. Eppure, ci pensiamo ben più di due volte se la persona in questione è un estraneo. Ancora, cosa ben più strana, le probabilità della vittima di essere soccorsa sembrano diminuire con l’aumentare del numero di individui che assistono alla scena: i presenti sono tratti in inganno dalla possibilità che sia qualcun altro ad occuparsi della faccenda, come nel caso di Kitty Genovese.

Empatia

L’empatia, in conclusione, presenta due facce:

  • da una parte, assistere alla sofferenza altrui spinge ad intervenire
  • dall’altra, può far nascere il desiderio di allontanarsi.

Ancora, se la persona in difficoltà ha un aspetto per qualche verso ripugnante l’idea di intervenire scatena in alcuni un senso di repulsione tale che, se decidono di non intervenire, la loro mente li aiuterà a mettere in pratica una specie di “fuga cognitiva” dal loro senso di colpa, convincendoli che la situazione non è poi così grave come sembra o che la vittima è andata proprio a cercarsi quel brutto affare.

Un classico Cos’è la sindrome di Stoccolma?

About Francesco Russo

Mi chiamo Francesco Russo, nato a Benevento e residente a Roccabascerana (AV). Amo viaggiare, il trekking, healthy food e la cucina casareccia, strimpello il basso elettrico e nel weekend sono in pista come Marshall. Ho conseguito la Laurea Triennale in Ing. Civile e Ambientale. Ho iniziato ad interessarmi al mondo del Web Marketing e per trasformare questa passione in lavoro ho conseguito presso l'Università Suor Orsola Benincasa di Napoli il Master in e-Commerce Management. Mi occupo dello sviluppo di e-Commerce, Siti vetrina, Social e Blog, secondo le necessità dei clienti, cerco di interpretare al meglio quella che oggi chiamiamo SEO. Sono una persona di buona volontà, ma non uno specialista Francesco

Vedi Anche

genitori e traumi infantili

Cosa fare se i genitori non riconoscono le ferite dell’infanzia?

Ci sono alcune persone che non riescono ad andare avanti nel momento in cui i ...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *