Secondo una nuova ricerca le persone che sono più propense a credere nelle teorie del complotto e delle cospirazioni hanno anche maggiori probabilità di essere coinvolte in reati di basso livello. Sebbene già in precedenza queste persone fossero già state associati con la tendenza a ricorrere maggiormente al pregiudizio, al disimpegno politico e all’inazione ambientale, gli psicologi delle università del Kent e dello Staffordshire hanno ora aggiunto che le stesse persone possono anche essere più inclini ad accettare e ad impegnarsi attivamente in comportamenti antisociali.
In un primo studio, in particolare, i risultati hanno indicato che le persone che dichiarano di credere alle teorie complottiste erano anche più inclini ad accettare atteggiamenti illeciti di basso rango, come ad esempio cercare di chiedere la sostituzione di articoli, ottenere rimborsi o risarcimenti da un negozio, anche quando non avevano diritto ad essi. Un secondo studio ha poi concluso che l’esposizione alle teorie della cospirazione ha reso le persone più propense a commettere reati quotidiani in futuro.
Pubblicando i loro risultati sul British Journal of Social Psychology, i ricercatori hanno poi aggiunto che questa tendenza è direttamente collegata alla sensazione di mancanza di coesione sociale o di valori condivisi, nota come “anomia”.
“La nostra ricerca ha dimostrato per la prima volta il ruolo che le teorie cospirative possono giocare nel determinare l’atteggiamento di un individuo nei confronti del crimine quotidiano”, ha detto la professoressa Karen Douglas, della Kent’s School of Psychology. “Dimostra che le persone che condividono l’opinione che altri hanno cospirato potrebbero essere più inclini ad azioni contrarie all’etica”
Dan Jolley, dell’Università dello Staffordshire, ha aggiunto che “la gente che crede nelle teorie cospirazioniste ha più probabilità di accettare il crimine, e l’esposizione alle teorie aumenta una sensibilità dell’anomia, che a sua volta predice le intenzioni di commettere un crimine in futuro”.