Quando ci si trova di fronte a una scelta, un largo numero di cellule cerebrali poste appena sopra i propri occhi si attiva per poter valutare prontamente tutte le opzioni disponibili. E, secondo quanto rivelano alcuni studi condotti dagli animali, più l’offerta tra più alternative è allettante, più velocemente i neuroni corrispondenti si attivano e diventano dinamici.
Un nuovo studio condotto sulle scimmie, e condotto dai ricercatori della Washington University School of Medicine di St. Louis, ha poi dimostrato che l’attività di questi neuroni codifica il valore delle opzioni e determina la decisione finale.
Negli esperimenti, i ricercatori hanno lasciato che gli animali scegliessero tra diversi gusti di succo. Modificando l’attività dei neuroni, i ricercatori hanno altresì cambiato il modo in cui le scimmie hanno valutato ogni opzione, portando gli animali a fare scelte diverse.
Pubblicato lo scorso 2 novembre sulla rivista Nature, la ricerca rivela che una comprensione dettagliata di come valutiamo diverse opzioni e di come effettuiamo delle scelte nel cervello, ci aiuterà a capire perché in alcuni casi di dipendenza, disturbi alimentari, depressione e schizofrenia il processo decisionale avviene in modo non efficiente.
“In una serie di disturbi mentali e neuropsichiatrici, i pazienti fanno costantemente scelte sbagliate, ma non ne capiamo esattamente il motivo“, ha detto l’autore senior Camillo Padoa-Schioppa, PhD, professore di neuroscienze, di economia e di ingegneria biomedica. “Ora abbiamo individuato un pezzo critico di questo puzzle. Facendo luce sui meccanismi neurali che stanno alla base delle scelte, otterremo una comprensione più profonda di questi disturbi”.
Riepilogando un po’ di evoluzioni sul tema, rammentiamo come nel XVIII secolo gli economisti Daniel Bernoulli, Adam Smith e Jeremy Bentham suggerirono di scegliere tra le opzioni calcolando il valore soggettivo di ogni offerta, tenendo conto di fattori quali la quantità, la qualità, il costo e la probabilità di ricevere effettivamente l’offerta promessa.
Una volta calcolato, i valori sarebbero stati confrontati per prendere una decisione. Ci sono voluti quasi tre secoli per trovare le prime prove concrete di tali calcoli e confronti nel cervello. Nel 2006, Padoa-Schioppa e John Assad, PhD, professore di neurobiologia alla Harvard Medical School, hanno infatti pubblicato un articolo sulla stessa rivista che descriveva la scoperta dei neuroni che codificano il valore soggettivo offerto e i beni scelti. I neuroni sono stati trovati nella corteccia orbito-frontale, un’area del cervello appena sopra gli occhi coinvolti in un comportamento diretto all’obiettivo.
All’epoca, però, non sono stati in grado di dimostrare che i valori codificati nel cervello portavano direttamente a scegliere un’opzione piuttosto che un’altra.
“Abbiamo scoperto i neuroni che codificano valori soggettivi, ma i segnali dei valori possono condurre ogni tipo di comportamento, non solo la scelta“, ha detto Padoa-Schioppa. “Possono influenzare guidare l’apprendimento, l’emozione, l’attenzione percettiva e gli aspetti del controllo motorio. Avevamo bisogno di mostrare che i segnali di valore in una particolare regione cerebrale guidano le scelte“.