Forse avete sentito parlare, almeno una volta, di Effetto Alone, che in psicologia è definito come un “bias cognitivo per il quale la percezione di un tratto è influenzata dalla percezione di uno o più altri tratti dell’individuo o dell’oggetto”. Di fatto, è quell’effetto che ci fa attribuire caratteristiche positive o negative per un oggetto o per una persona quando non abbiamo elementi oggettivi per giudicarli.
L’esempio classico dell’effetto alone in psicologia è quello del cantante che sul palco, durante il concerto, fa delle battute: pensiamo che sia simpatico, ma in realtà potrebbe essere la persona più antipatica del mondo e recitare una parte, lì sopra. Noi non abbiamo elementi per giudicarlo.
Ma la spiegazione tecnica passa anche per una serie di fenomeni che ci riguardano molto da vicino, nella vita di tutti i giorni, e di cui non ci rendiamo conto: ecco quindi riportate tre macrocategorie che ci aiutano a capire come funziona l’effetto alone nella nostra vita, e di conseguenza come riconoscerlo ed evitarlo per valutare oggettivamente le situazioni che ci troviamo davanti.
L’aspetto fisico
Nelle relazioni sociali, tendiamo a vedere qualità migliori in persone che hanno un bell’aspetto fisico, inteso anche come cura nell’abbigliamento.
Se vediamo un bel ragazzo in giacca e cravatta, ad esempio, tendiamo ad attribuire un senso di serietà, professionalità (nel lavoro), e addirittura simpatia e cordialità nella vita privata: tutte cose che non abbiamo modo di valutare oggettivamente, e a cui dovremmo fare attenzione ricordando sempre che quella persona è uno sconosciuto.
Il valore dei soldi
Avete presente un celebre gioco televisivo basato sui pacchi? Se avete mai guardato almeno una puntata, si vedono dei concorrenti rifiutare 15.000 euro perché “sono pochi”. E sembrano pochi anche a noi che guardiamo.
In realtà, quei soldi sono tantissimi, e lo sappiamo bene (per qualcuno sono un anno di stipendio!) ma vi facciamo imbrogliare dall’effetto alone di vedere tanti soldi, tanti di più, sullo schermo del televisore. Anche nei menu dei ristoranti si mettono vini a 150 euro per far sembrare che un carissimo piatto da 30 euro valga poco, perché l’effetto alone ci fa sembrare costoso il vino, poco costosi i piatti che in realtà sono costosi, in senso assoluto. I negozi, online e offline, funzionano allo stesso modo, basandosi sulla psicologia.
Il valore aggiunto di un prodotto
Se vediamo un orologio bello in una gioielleria, ci sembrerà migliore rispetto a vederlo al supermercato… anche se è lo stesso orologio.
Anche se sembra impossibile, siamo condizionati dall'”alone” di bellezza di un prodotto che ci fa sembrare che abbia qualità che, in realtà, non ha. Così siamo influenzati a comprare di tutto, ma anche a giudicare bene una persona perché veste con capi di marca, o si mette dei gioielli molto vistosi.
Questo fa tutto parte dell’effetto alone che cerca di riempire con giudizi cose che, in realtà, non possiamo assolutamente sapere e su cui non abbiamo basi per giudicare…