Una nuova ricerca ha evidenziato quali problemi potrebbero derivare dall’allontanamento dei bambini dal contesto familiare.
Ogni giorno nel mondo, tantissimi bambini vengono allontanati dalla propria famiglia in seguito a maltrattamento, abusi di vario tipo o condizioni di vita precarie.
Questa scelta drastica può risultare utile da un lato ma altrettanto limitativa dall’altro, poiché ciò non impedisce loro di sviluppare personalità violente o cadere vittima di disturbi psichiatrici.
Proprio per questo la psicologia ha deciso di dedicare i suoi studi a quei motivi che potrebbero innescare dei disturbi in seguito all’allontanamento dal proprio nucleo familiare.
Gli effetti legati all’allontanamento dal proprio contesto familiare
Rispetto ai bambini che hanno la fortuna di vivere in un ambiente sano e stimolante, quelli che vengono allontanati dalla propria casa sono più a rischio di sviluppare disturbi sociali e psichiatrici, atteggiamenti violenti e depressivi per poi arrivare addirittura alla dipendenza da alcool e droga, lesioni e suicidi.
Gli arresti di queste persone, una volta adulte, sono molto maggiori rispetto alla media, così come l’abuso di sostanze e comportamenti non approvati dalla comunità.
Non esistono inoltre grandi differenze tra il genere maschile e quello femminile, poiché non si tratta di una variabile che può influire direttamente su questa questione.
Un elemento che potrebbe avere il suo peso in questa dinamica è il tempo che il bambino passa fuori di casa, poiché è stato più volte dimostrato che più il bimbo sarà assente nel contesto familiare, più gravi saranno le problematiche che ne deriveranno.
Punti fondamentali evidenziati dalla ricerca psicologica
Anni e anni di studio e ricerca hanno portato gli psicologi implicati in questo contesto ad una determinata conclusione.
Secondo il loro parere infatti, è necessario allontanare un bambino da casa quando la sua famiglia di origine non è in grado di fornirgli i mezzi necessari per la sua sicurezza ed il suo benessere.
Questo però dovrebbe avvenire solamente in casi realmente estremi, poiché le conseguenze potrebbero risultare molto più gravi rispetto a quello che si può pensare.
È molto importante inoltre scegliere con cura il luogo di destinazione presso il quale il bambino verrà collocato, in quanto, anche in questo caso, esiste una grandissima differenza tra istituto e famiglia affidataria.
La seconda opzione è sicuramente quella preferibile laddove si abbia la possibilità di scegliere poiché, anche se la nuova famiglia non è quella originaria, il bambino potrà godere di affetto e in maniera più indicata e personale.
La nuova famiglia infatti, potrebbe basare la propria istituzione sulla presenza di ruoli ben definiti, i quali saranno in grado di donare rinforzi positivi al bambino affinché questo possa crescere nella maniera migliore.
In conclusione possiamo quindi dichiarare che la prima cosa da fare consiste nell’individuare e cercare di risolvere i problemi nella famiglia di origine qualora questi non siano troppo gravi.
Se invece è non è possibile intervenire, è meglio procedere con il collocamento presso una nuova famiglia, non allontanando completamente quella naturale, ma cercando di integrare ogni personalità al meglio in modo che il bambino non subisca pesanti cambiamenti.