Nel corso degli ultimi anni c’è stato un cambiamento non indifferente delle dinamiche relazionali soprattutto negli appartenenti alla Generazione Z. Si è passati dal vedere le relazioni romantiche e anche il matrimonio come obiettivi importanti per il benessere personale ad un approccio completamente differente.
Infatti, sono sempre di più i membri appartenenti alla Generazione Z a scegliere di rimanere single, una scelta che non li turba, ma che anzi li porterebbe a trarre quasi una maggiore soddisfazione personale.
Questa situazione ha interessato sempre più psicologi che cercano di comprendere come questa generazione stia sfidando quelle norme che a lungo hanno governato la società. Ma soprattutto, vediamo secondo le ultime analisi degli psicologici perché la generazione zeta sembrerebbe preferire l’autonomia a una relazione romantica.
La transizione culturale: dall’intimità all’autonomia
Per decenni, i modelli relazionali erano costruiti attorno alla centralità della coppia romantica. Gli individui credevano che una vita felice e realizzata passasse in modo inevitabile attraverso il matrimonio e la famiglia. Tuttavia, i dati suggeriscono che questa narrativa sta perdendo forza tra i giovani della Gen Z.
Secondo uno studio recente condotto da parte di un gruppo di psicologi tedeschi guidato da Tita Avilés, le nuove generazioni, in particolare gli Zoomers (nati tra il 1997 e il 2012), stanno scegliendo di ritardare l’inizio di una relazione romantica.
Ciò che più colpisce è che non considerano questo ritardo come un deficit o un fallimento. Al contrario, molti di loro riferiscono una maggiore soddisfazione di vita proprio grazie alla condizione di single. Questo fenomeno riflette un cambiamento profondo nei valori e nelle priorità dei giovani. Uno dei motivi principali che emerge da questa ricerca è che c’è attualmente un crescente valore attribuito all’autonomia personale.
La Gen Z sembra preferire l’indipendenza e la libertà di perseguire i propri obiettivi personali senza dover necessariamente fare compromessi con un partner. Questo non significa che non credano nell’amore o nelle relazioni, ma piuttosto che stanno riconsiderando il ruolo centrale di questo nella propria vita.
Meno stigma sociale: essere single non è più visto come un fallimento
Un fattore che ha storicamente influenzato la percezione dello stato di single è stato lo stigma sociale. In passato, essere single era spesso visto come un segno di fallimento personale o come incapacità di costruire relazioni stabili.
Questo portava molte persone a cercare una relazione, non necessariamente per il desiderio autentico di una connessione romantica, ma solo per riuscire ad evitare i giudizi negativi da parte della società.
Oggi, però, le cose sono cambiate. Gli studi suggeriscono che la stigmatizzazione del “single” si è significativamente ridotta, soprattutto tra i giovani. La Gen Z sembra essere molto meno influenzata dalle pressioni sociali che vedono il matrimonio o la coppia come il culmine di una vita di successo.
Non solo accettano con serenità la condizione di single, ma non giudicano negativamente chi sceglie di non impegnarsi in relazioni romantiche. Questo permette loro di fare scelte più autentiche e libere, senza il timore di essere discriminati.
Inoltre, i giovani della Gen Z valorizzano molto la capacità di essere individualisti, un elemento che vede un maggior apprezzamento dell’autonomia rispetto a quello dell’intimità romantica.
Quando si è in una relazione, bisogna inevitabilmente fare compromessi tra i propri obiettivi e quelli del partner. E oggi la Gen Z, è meno disposta a sacrificare i propri sogni e le proprie ambizioni per adattarsi ai desideri di qualcun altro.
Lo sviluppo personale e i tempi dilatati
Un altro fattore individuato dalla ricerca ciò che contribuisce alla felicità dei giovani single della Gen Z è il cambiamento nelle tappe dello sviluppo personale.
Rispetto alle generazioni precedenti, i giovani di oggi tendono a raggiungere cose come la stabilità lavorativa, matrimonio e la creazione di una famiglia, molto più tardi.
Sebbene le generazioni passate iniziassero a costruire la propria vita familiare verso i vent’anni, oggi vediamo che i giovani fanno percorsi scolastici più lunghi, iniziano la loro carriera più tardi e spesso rimandano decisioni come il matrimonio o l’acquisto di una casa.
Questo ritardo non è segno di un rallentamento, ma piuttosto una strategia consapevole per esplorare maggiormente la propria identità e le proprie passioni prima di impegnarsi in relazioni a lungo termine.
La Gen Z sembra preferire dedicare tempo alla propria crescita personale, puntando su obiettivi professionali o esperienze di vita significative prima di legarsi romanticamente.
Inoltre, bisogna notare come questo dilatarsi dei tempi è supportato dall’aumento dell’aspettativa di vita. Oggi i giovani possono aspettarsi di vivere più a lungo, e ciò consente loro di prendersi più tempo prima di prendere decisioni che li legherebbero a impegni a lungo termine.
In definitiva, la loro capacità di vivere con soddisfazione la propria condizione di single, senza subire pressioni sociali, offre una lezione preziosa: il benessere è un percorso personale, che ciascuno di noi deve scegliere in modo autentico e libero, in base ai propri desideri e valori.