A che velocità scorre il tempo?
Ti sei mai chiesto perché il tempo pare assumere “velocità differenti” a seconda del momento vissuto? Quante volte abbiamo sentito dire che un particolare periodo è praticamente volato via? Insomma, sembrerebbe proprio (anche se non è esattamente così) che il tempo scorra, rallentando ed accelerando, in modo difforme a seconda delle situazioni che viviamo. Ma cosa accade in realtà? Premesso che il tempo, tra le numerose variabili che affollano la nostra esistenza, ad oggi resta sicuramente uno dei misteri più insondabili, è possibile tentare una parziale interpretazione del fenomeno partendo dall’evidenza che sussiste una diversa percezione dello scorrere del tempo in giovani e anziani: crescendo, e quindi invecchiando, il fluire del tempo appare molto più veloce di quando si è ancora giovani, quando, al contrario, sembra durare all’infinito.
Una teoria sul perché accada tutto ciò arriva dal professor Adrian Bejan – docente presso il Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Scienze dei Materiali dell’Università Duke di Durham, nella Carolina del Nord (USA) – secondo il quale sarebbero i cambiamenti fisici nella nostra rete neuronale a fornirci questa particolarissima sensazione. Ossia? Per dirla in parole semplici, poiché sarebbero le immagini a scandire lo scorrere del tempo nella mente umana e il tempo avvertito sarebbe in stretta relazione con il numero e la frequenza delle immagini che il cervello elabora, il fatto che da anziani le immagini giungano al cervello molto più lentamente rispetto alla gioventù, condurrebbe alla sensazione che il tempo passi molto più in fretta.