Fare i genitori è di sicuro un compito gratificante, ma anche molto impegnativo, così tanto che in alcuni casi è possibile che si manifesti un problema a livello psicologico che può essere definito burnout genitoriale, una condizione di esaurimento che deriva dal proprio ruolo.
Questo stato è caratterizzato da un forte senso di stanchezza sia fisica sia emotiva, si ha un rigetto e distacco dai propri figli e in alcuni casi si avverte un desiderio di fuga dal proprio ruolo.
Cos’è il burnout genitoriale?
Il burnout genitoriale descritto dalle psicologhe Moira Mikolajczak e Isabelle Roskam nel 2015, si manifesta nel momento in cui non c’è più equilibrio tra le richieste derivanti dal proprio ruolo di genitore e le risorse personali del genitore.
In questo caso si può creare una condizione di esaurimento cronico che porta a sintomi diversificati come: senso di colpa e di vergogna (ci si sente inadeguati al ruolo di genitore); distanziamento emotivo dai propri figli; fantasie di fuga; rammarico e frustrazione che portano a rimpiangere il ruolo di genitore.
Come funziona il burnout genitoriale?
Il burnout genitoriale si sviluppa gradualmente. All’inizio i genitori possono avvertire solo una stanchezza nello svolgere le proprie attività genitoriali, man mano però questa stanchezza si accumula e si può raggiungere l’esaurimento.
A lungo andare la mancanza di un supporto adeguato come reti familiari o comunitarie, partner che non collaborano oppure una distribuzione iniqua delle responsabilità domestiche, sono dei fattori che portano a sviluppare in modo ulteriore il burnout.
Uno degli aspetti più preoccupanti è che può influenzare negativamente il rapporto tra genitore e figlio. Il distacco emotivo poi potrebbe portare a conseguenze più gravi come la trascuratezza dei propri bambini.
Per questo motivo è fondamentale che i genitori siano in grado di riconoscere i segnali d’esaurimento e agire per evitare che la situazione possa degenerare.
Quali sono le cause?
Secondo gli psicologi, il burnout genitoriale è legato a diversi fattori che si basano sia sulle aspettative sociali sia culturali. Alcuni degli elementi che possono contribuire al burnout sono:
- Un’idea di genitorialità insostenibile che vuole confermarsi a un’immagine perfetta che in realtà esiste solo nella propria mente.
- Perfezionismo genitoriale: il desiderio di dover fare tutto nel migliore dei modi, garantendo ai figli un ambiente perfetto può portare i genitori a stressarsi in modo eccessivo. Tuttavia, questo porta ad essere insoddisfatti.
- Mancanza di supporto: la mancanza di un aiuto dall’altro genitore o di un sostegno a livello familiare e sociale può portare a sviluppare una condizione di burnout.
Cosa dice la psicologia?
La psicologia moderna ha riconosciuto che il burnout genitoriale è un problema significativo che può avere un impatto a lungo termine sia sui figli sia sui genitori. Gli approcci di genitorialità consapevole, gentile e positiva che in genere vengono promossi, richiedono uno sforzo emotivo a volte eccessivo.
Secondo gli esperti, una delle soluzioni migliori per prevenire la comparsa del burnout è adottare un approccio più realistico e meno perfezionista della genitorialità. Come dice Donald Winnicott, bisogna essere dei genitori sufficientemente buoni e non impeccabili, basta garantire ai propri figli un ambiente amorevole e sicuro.
Infine, è molto importante prendersi cura di sé stessi e al contempo seguire in caso di burnout una terapia che permetta di rigenerarsi e di seguire un percorso che permetta di sentirsi nuovamente bene e in grado di assolvere al proprio ruolo genitoriale.