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Come favorire uno sviluppo cerebrale sano

Il cervello cambia continuamente. In ogni momento, i neuroni cambiano il numero e la forza delle loro connessioni, e nel corso della vita ne vengono prodotti di nuovi.

Nelle neuroscienze ha acquisito sempre più importanza il concetto di neuroplasticità: è un termine generico che indica il cambiamento del cervello durante il corso della vita in risposta alle esperienze. Questa idea risale al 1890, quando William James parlò per la prima volta di “plasticità” del cervello.

La novità è che oggi sappiamo qualcosa su come influenzarla a nostro vantaggio. Il cervello è altamente plastico, adattabile e può cambiare in risposta a nuove informazioni. Si pensa che questo sia anche alla base della capacità del cervello di guarire da lesioni come l’ictus.

Ci sono diversi tipi di neuroplasticità e la questione può diventare molto complessa. Per molti è interessante conoscerla perché i problemi con la neuroplasticità sono associati a traumi psicologici come la depressione e il declino cognitivo.

Cosa fare per promuovere una sana neuroplasticità? Molti studi indicano che possiamo sfruttare il nostro stile di vita per aiutare i nostri cervelli a riconnettersi al meglio.

1. Attività fisica

Tra tutte le attività che ci vengono in aiuto, l’attività fisica è in cima alla lista. Innanzitutto, il movimento praticato regolarmente è legato ad un minore rischio di problemi di neuroplasticità, come sbalzi d’umore, morbo di Alzheimer.

Inoltre, il movimento aiuta la produzione di una specifica molecola (BDNF) che è la chiave per una sana neuroplasticità. La ricerca mostra potenziali benefici soprattutto legati all’aerobica, al jogging e la bicicletta, al sollevamento pesi e anche allo yoga.

Non c’è un consenso unanime su quanto tempo sia necessario, ma praticare un’attività fisica per 20 minuti due volte a settimana è un ottimo punto di partenza.

2. Stretching cerebrale

La ricerca conferma una connessione tra l’esercizio cerebrale e il miglioramento delle funzioni cerebrali. Mantenere il cervello impegnato, esporlo a nuovi stimoli promuove nuove connessioni che possono proteggerci dal rischio di un declino cognitivo.

Alcuni esempi riguardano il problem solving (cruciverba, sudoku…), la pratica di uno strumento musicale o di una lingua straniera, o fare nuove esperienze.

Quindi, imparare e fare cose che sono mentalmente impegnative è un ottimo metodo per promuovere la salute generale del cervello. E una recente ricerca suggerisce che la combinazione di esercizi mentali e fisici può avere un effetto particolarmente benefico.

3. Ridurre lo stress cronico e l’infiammazione

Abbiamo visto come l’esercizio mentale e fisico è un toccasana per la neuroplasticità. Ma c’è anche qualcosa che la sfavorisce. La ricerca ha individuato due importanti fattori dello stile di vita che giocano negativamente: lo stress cronico e l’infiammazione cronica.

Queste due condizioni possono infatti sopprimere la molecola BDNF. Inoltre, gli studi sul cervello in situazioni di stress cronico hanno dimostrato un restringimento della corteccia prefrontale e dell’ippocampo (strutture chiave per la cognizione) e un’espansione dell’amigdala (per l’elaborazione emotiva).

Non è necessario rimuovere ogni tipo di stress o infiammazione cerebrale. Eppure, alcuni cambiamenti nello stile di vita possono avere un effetto positivo sui processi di neuroplasticità.

Bisogna trovare dei modi per mitigare lo stress in eccesso (attività fisica, attività nella natura, percorsi di consapevolezza con un professionista della salute mentale).

E per le infiammazioni come l’encefalite bisogna seguire una dieta equilibrata, come quella mediterranea, dormire bene, fare attività fisica, cercare di evitare i luoghi inquinati.

Per concludere, la ricerca deve ancora fare grandi passi avanti sulla conoscenza dei cambiamenti del cervello, ma possiamo mettere in atto delle strategie per favorire uno sviluppo cerebrale sano, a partire proprio dal nostro stile di vita.

About Silvia Faenza

Ciao sono Silvia Faenza, mi sono Laureata in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali all'Università del Salento, nel 2014. Dal 2015 mi occupo della gestione dei contenuti per aziende e agenzie editoriali online, principalmente in qualità di ghostwriter, copywriter e web editor.

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