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Come la pandemia ha cambiato percezioni, sogni, paure e timori

La pandemia causata dal Covid-19 ha stravolto e sconvolto la vita di tutti, cambiando il modo di vedere e percepire le cose e annullando ogni abitudine radicata nel nostro modo di fare.

Un nuovo modo di percepire le cose

Nonostante tutto però, le persone non hanno perso la voglia di sognare e di sperare in un futuro migliore.

Non potendo uscire di casa infatti, in molti hanno potuto riflettere sul domani e sulle proprie priorità, e potendo dormire di più senza la costrizione di alzarsi per andare a lavoro, hanno potuto riposare di più.

Altre persone invece, si sono ritrovate a vivere grandi traumi per via dello stress dato dal troppo tempo concesso per dedicarsi a nuove preoccupazioni, e hanno così manifestato grosse difficoltà nel prendere sonno e fare sogni leggeri e spensierati.

Lo studio dei sogni durante la pandemia

Studiare i sogni in questo periodo non è stata per nulla un’impresa facile, in quanto in molto casi essi sono cambiati in linea con il drammatico periodo storico che tutti stiamo vivendo.

Eventi simili si sono già verificati in passato, specialmente in seguito agli attentati del 11 settembre 2001 oppure dopo al terremoto che si verificò a San Francisco nel 1989.

Il primo passo da compiere consiste nel chiedere alle persone se abbiano notato dei cambiamenti nel loro modo di sognare in seguito alla pandemia, e da quanto raccolto dalle statistiche, la maggior parte di esse non ricorda affatto i sogni oppure ha sognato eventi negativi che in rari casi hanno dimostrato un collegamento diretto con la pandemia in corso.

Come analizzare i sogni delle persone

Molto importante è farsi descrivere minuziosamente i propri sogni, in modo da poterli confrontare con quelli che solitamente si facevano prima dell’emergenza sanitaria.

Diversi studi sono stati effettuati sul campo onirico e da quanto emerso recentemente, si sono verificati molti più aspetti negativi rispetto ai sogni fatti in passato.

Un nuovo studio per migliorare la comprensione

Un nuovo studio promosso da un’università brasiliana ha condotto un esperimento su un campione di circa 70 individui, analizzando i sogni fatti prima e durante la pandemia.

Gli individui inoltre, vennero divisi in base a caratteristiche comuni, come la fascia di età e il ceto sociale.

Ogni sogno ricordato venne analizzato e quelli vissuti durante la pandemia si sono rivelati molto più lunghi e più ricchi di emozioni, come ad esempio rabbia e tristezza.

Tutto ciò scaturiva dai periodi di blocco e di isolamento che hanno innescato un senso di impotenza e sofferenza in ogni persona.

Ciò accadrebbe perché di notte si tende a rielaborare le esperienze e le sensazioni vissute durante il giorno, ed ecco perché molti momenti diurni hanno influenzato e contaminato quelli notturni.

Lo studio ha rivelato quindi, che tutti coloro che erano assoggettati dalla pandemia e la vivevano con ansia e stress oltre che con paura e timore, erano più soggetti a trasportare questo flusso di emozioni anche nel loro sogni, ma che attraverso il dialogo essi potevano beneficiare di una sorta di liberazione innescata da un senso di condivisione.

Grazie alla comunicazione, gli altri soggetti coinvolti sviluppavano un grande senso di empatia verso il soggetto affetto dal problema, che si sentiva quindi compreso e più propenso ad esternare i propri problemi.

Le conclusioni dell’esperimento

Gli autori dell’esperimento sono arrivati alla conclusione che raccontare i propri sogni sia la soluzione ideale per liberarsi da frustrazioni e preoccupazioni, che in questo ultimo periodo tendono a fare la loro comparsa in modo esagerato. Ecco quindi come la condivisione può contribuire a tendere sotto controllo una situazione drammatica.

About Silvia Faenza

Ciao sono Silvia Faenza, mi sono Laureata in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali all'Università del Salento, nel 2014. Dal 2015 mi occupo della gestione dei contenuti per aziende e agenzie editoriali online, principalmente in qualità di ghostwriter, copywriter e web editor.

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