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Come superare la delusione: quando la vita non rispetta i piani

Ci sono momenti in cui la vita sembra venirci contro in cui non sappiamo come superare la delusione. Avevamo immaginato qualcosa: una persona, un traguardo, una risposta precisa, e invece ci ritroviamo con un senso di vuoto difficile da spiegare. È la delusione, un’emozione sottile ma profonda, che affiora quando la realtà non si piega alla nostra idea di come le cose dovrebbero andare.

Non è solo tristezza, è qualcosa di più complesso, perché tocca il desiderio, il bisogno di controllo e la nostra capacità di accettare l’imprevisto, la delusione si colloca nel punto esatto in cui le aspettative incontrano la realtà, e raramente da quello scontro usciamo indenni.

Non riesco a superare la delusione: il problema del peso delle aspettative

Cresciamo dentro una cultura che ci spinge a pensare che la felicità sia un obiettivo da conquistare, un luogo preciso in cui arrivare. “Sarò felice quando…”: una frase che molti ripetono senza accorgersene. Quando però quel quando non si realizza, l’intero castello emotivo vacilla. La mente, di fronte a qualcosa che non può controllare, si agita. L’ambiguità, cioè l’incertezza sul futuro, è un terreno che il cervello umano sopporta poco. Si attiva la risposta di paura, una reazione antica, fatta per proteggerci dai pericoli, ma che oggi finisce per alimentare ansia e frustrazione.

Nelle situazioni ambigue, il cervello consuma più energia: analizza, anticipa, immagina scenari peggiori. È così che la delusione, da semplice disagio, si trasforma in un peso costante, una specie di eco mentale che non smette di tornare.

La mente che cerca il negativo

Il nostro cervello ha un’impostazione conservativa: rileva il pericolo prima del piacere, nota ciò che manca prima di ciò che c’è, si tratta di un residuo evolutivo, ma nel mondo contemporaneo si traduce in un’abitudine alla preoccupazione.

Quando qualcosa ci delude, non riusciamo a lasciarlo andare. Lo riviviamo mille volte, sperando che la ripetizione mentale cancelli il dolore. In realtà lo rafforza. Il corpo risponde: il battito accelera, i muscoli si irrigidiscono, la respirazione cambia ritmo.

È come se l’esperienza si fissasse dentro di noi, e più la pensiamo, più la rendiamo reale. Non a caso, diversi studi indicano un aumento globale delle emozioni negative: ansia, rabbia, tristezza, è come se l’umanità intera faticasse a elaborare l’imprevisto.

Accettare l’ambiguità

Eppure, la delusione può diventare una maestra, ci mostra quanto siamo legati alle nostre aspettative e quanto fatichiamo a stare nel flusso delle cose. La psicologa Alison Gopnik, studiando la mente dei bambini, ha scoperto che la loro flessibilità cognitiva è enorme. Davanti a un compito incerto, sperimentano senza paura, mentre gli adulti si bloccano, cercando di ripetere ciò che già sanno. Questo esperimento dice molto su di noi: crescendo, perdiamo la libertà di non sapere. Ogni volta che la vita devia dal percorso previsto, scatta l’ansia di rimettere tutto in ordine. Ma è proprio in quella deviazione che possiamo imparare di più, se accettiamo di non avere il controllo su tutto.

Restare nel presente

Molte scuole psicologiche, da quelle orientate alla mindfulness fino alla psicologia positiva, convergono su un punto: la mente si calma quando si radica nel presente.
Quando siamo immersi in ciò che facciamo, l’attenzione si compatta e il flusso dei pensieri si interrompe. Mihaly Csikszentmihalyi chiamava questo stato flow, e lo descriveva come un’esperienza in cui tempo e spazio sembrano sospendersi.

È lo stato del pianista assorto nella musica o del corridore che, per un istante, dimentica tutto, nel quotidiano, non serve scalare montagne per provarlo. Può accadere mentre cuciniamo, camminiamo o ascoltiamo qualcuno con presenza reale. In quei momenti, la delusione si scioglie, non perché scompare, ma perché smette di essere il centro della nostra attenzione.

Lasciare andare il controllo

Superare la delusione richiede una forma di resa intelligente: non quella che rinuncia, ma quella che accetta. Non tutto può essere spiegato, previsto o sistemato.
Quando smettiamo di cercare un senso immediato, qualcosa cambia, il dolore non sparisce, ma si trasforma in comprensione. La vita non segue schemi lineari, e provare a imporli significa condannarsi a un’infelicità silenziosa.
Accettare l’ambiguità è un gesto di fiducia nella realtà: fiducia che, anche se non otteniamo ciò che vogliamo, possiamo ancora trarne un significato, un insegnamento, un nuovo inizio.

Leggi anche: Delusione in psicologia. Essere delusi riprogramma il cervello?

Il valore del desiderio

Non si supera la delusione spegnendo il desiderio. Il desiderio è ciò che ci muove, che ci tiene vivi, ma va alleggerito dal bisogno di possedere, di controllare l’esito.
Possiamo desiderare qualcosa e, allo stesso tempo, restare aperti a ciò che verrà, senza costringere la vita dentro un’unica forma. Quando riusciamo a farlo, la delusione diventa un passaggio naturale: non più una condanna, ma un momento di riequilibrio.

Ci ricorda che la felicità non è nel raggiungere tutto, ma nel poter continuare a cercare con libertà, senza smettere di credere che, anche dopo un fallimento, la vita sappia ancora sorprenderci.

About Silvia Faenza

Ciao sono Silvia Faenza, mi sono Laureata in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali all'Università del Salento, nel 2014. Dal 2015 mi occupo della gestione dei contenuti per aziende e agenzie editoriali online, principalmente in qualità di ghostwriter, copywriter e web editor.

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