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Dove va il nostro cervello quando è sotto effetto di LSD?

Un nuovo studio ha analizzato in modo specifico la neurobiologia delle esperienze psichedeliche che il nostro cervello subisce nel momento in cui è sottoposto ad assunzione di protossido di azoto, ketamina e LSD.

Il protossido di azoto, che è comunemente chiamato come gas esilarante, è stato usato clinicamente come anestetico per attenuare il dolore fin dal XIX secolo. Tuttavia, in piccole quantità, può indurre esperienze di alterazione della mente, tra cui sensazioni di rilassamento e la percezione di essere fuori dal proprio corpo, proprio come quelle indotte dalle sostanze psichedeliche LSD e ketamina.

Ora, uno studio condotto da George Mashour e Richard Harris, del Centro Psichedelico del Michigan, recentemente fondato presso la Facoltà di Medicina dell’Università del Michigan, analizza da vicino la neurobiologia delle esperienze psichedeliche.

Utilizzando la risonanza magnetica funzionale, il team ha esaminato l’attività cerebrale di persone sane a cui è stato somministrato protossido d’azoto e ha confrontato tale attività con i dati raccolti da partecipanti a studi diversi a cui erano stati somministrati ketamina e LSD per vedere se la neurobiologia dell’esperienza psichedelica fosse simile.

Inoltre, questi dati sono stati confrontati con un gruppo di controllo composto da partecipanti a cui era stato somministrato il propofol, un farmaco comunemente usato per l’anestesia, per distinguere tra i cambiamenti cerebrali non legati all’esperienza psichedelica.

Ebbene, il team ha osservato che i partecipanti sotto l’effetto di ciascuna droga psichedelica presentavano una diminuzione della connettività all’interno di una particolare rete, ma un aumento della connettività in varie reti. Sebbene vi fossero notevoli differenze, ogni elemento psichedelico ha aumentato la connettività tra la giunzione temporoparietale destra e il solco intraparietale in entrambi gli emisferi del cervello e tra il precuneo e il solco intraparietale sinistro.

Questi nodi, continuano i ricercatori nella propria analisi, sono situati nella cosiddetta “zona calda” corticale del cervello, un’area critica per determinare il contenuto dell’esperienza cosciente: tutto ciò potrebbe contribuire a spiegare gli stati alterati di coscienza descritti dalle persone a cui sono state somministrate queste sostanze psichedeliche.

Il fatto che i modelli di attività associati al protossido di azoto, alla ketamina e all’LSD si sovrappongano fa pensare a una biologia di fondo comune. Ulteriori ricerche per determinare le specifiche di questa biologia potrebbero aiutare i ricercatori a determinare come utilizzare al meglio gli psichedelici come terapia.

About Roberto Rossi

Mi chiamo Roberto Rais, Giornalista pubblicista, da diversi anni  specializzato in tematiche legate alla psicologia, alla motivazione e al wellness psico-fisico. Collaboro con alcuni magazine online di settore, prestando la mia consulenza editoriale anche ad agenzie di stampa e siti web"

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