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Ossessione della morte: tra fobia e angoscia

L’ossessione della morte è un pensiero che può diventare pervasivo e può essere per chi la vive una fonte di angoscia. Essere consapevoli della possibilità della morte è sicuramente parte della natura dell’uomo, purtroppo per alcune persone questa consapevolezza si trasforma in un’ansia opprimente e angosciante.

La paura della morte può far sviluppare in alcuni un vero e proprio senso di terrore che va a condizionare tutta la loro vita. Quando si innesca un’ossessione e si passa da una normale paura a una vera e propria fobia, questo timore potrebbe diventare una limitazione alla conduzione di una vita sana e diventare anche limitante nelle proprie azioni.

La paura di morire: una reazione naturale

Provare paura verso la morte è, come accennato, una reazione istintiva. Infatti, si tratta di un meccanismo di difesa per riuscire a proteggersi da eventuali pericoli e che si innesca in modo tale da garantire la sopravvivenza della specie e la propria.

Quando la paura della morte è gestibile però serve per riuscire a prendere delle decisioni prudenti ed evitare delle situazioni rischiose. Ma quando non è più una reazione naturale e tutto viene amplificato da sperimentare un senso di ansia costante, anche in assenza di un pericolo concreto, bisogna comprendere il motivo per il quale si sta vivendo questa problematica.

In genere, sono gli eventi traumatici come gravi incidenti e lutti che portano a sviluppare un’attenzione ossessiva verso la mortalità. Anche un carattere troppo ansioso oppure tendente all’ipocondria potrebbe contribuire a far emergere dei pensieri ricorrenti sul rischio di ammalarsi e su quello di poter perdere la vita.

Quando la paura diventa fobia: la tanatofobia

Se il pensiero della morte diventa persistente e invalidante, impedendo di vivere serenamente la propria vita è possibile che si stia vivendo la tanatofobia ossia la fobia della morte. A differenza della paura normale, la fobia della morte è caratterizzata da ansia incontrollabile, pensieri ossessivi e un forte disagio a livello emotivo che porta anche ad attacchi di panico.

Quando si soffre di tanatofobia è possibile che si sperimenti un senso di angoscia costante accompagnato da sintomi fisici come l’eccessiva sudorazione, la tachicardia o un senso di vertigine. Il sonno può essere disturbato in quanto il timore di non svegliarsi porta a difficoltà anche a dormire causando episodi di insonnia. Alcune persone evitano qualunque situazione che possa andare a ricordare la morte come ad esempi: cimiteri, ospedali, celebrazioni funebri, per stare il più lontano possibile dal pensiero della propria finitezza.

La fobia della morte in genere si riscontra più facilmente in quegli individui che hanno una forte predisposizione all’ansia oppure in coloro che hanno subito dei traumi che sono legati alla perdita di un parente o di una persona cara. Inoltre, potrebbe manifestarsi con più o meno intensità in alcuni periodi della vita, come ad esempio la mezza età o l’inizio della vecchiaia.

L’angoscia esistenziale e l’ossessione per la morte

Oltre alla fobia vera e propria, esiste una forma più sottile di ossessione per la morte, legata all’angoscia esistenziale. In questi casi, il pensiero della propria mortalità diventa una riflessione costante sulla vita e sul senso dell’esistenza. L’idea che tutto abbia una fine può portare a un profondo senso di vuoto, generando ansia cronica e, in alcuni casi, stati depressivi.

Questa forma di angoscia si manifesta con un’attenzione esasperata allo scorrere del tempo e alla ricerca di un significato più profondo dietro l’esistenza. Alcune persone cercano di contrastare questa inquietudine riempiendo le proprie giornate di impegni e attività, nel tentativo di distrarsi da pensieri troppo profondi. Altre, invece, si lasciano sopraffare dalla paura e finiscono per vivere con un costante senso di inquietudine.

Il bisogno di risposte può portare a un’indagine ossessiva su cosa accade dopo la morte, sulla spiritualità o sulle diverse teorie filosofiche legate all’aldilà. Spesso, chi soffre di questa forma di ansia fatica a godersi il presente, poiché la paura di ciò che verrà dopo impedisce di vivere appieno il momento.

Se la paura o l’ansia verso la morte diventa troppo persistente e non permette di condurre una vita normale e di fare attività che altrimenti si svolgerebbero molto probabilmente è necessario chiedere un supporto psicologico per capire come accettare la transitorietà della vita andando a valorizzare ogni momento senza che ci si lasci sopraffare dall’ansia del proprio futuro.

About Silvia Faenza

Ciao sono Silvia Faenza, mi sono Laureata in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali all'Università del Salento, nel 2014. Dal 2015 mi occupo della gestione dei contenuti per aziende e agenzie editoriali online, principalmente in qualità di ghostwriter, copywriter e web editor.

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