Quando impariamo una nuova abilità o una nuova competenza, il nostro cervello cambia per sviluppare di conseguenza i nostri “nuovi” comportamenti.
Tuttavia, se quanto sopra è chiaro, non lo è il modo con cui questo circuito neurale prende vita: scoprirlo potrebbe migliorare la qualità della vita delle persone che hanno subito lesioni cerebrali, permettendo loro di riapprendere più facilmente le attività quotidiane che hanno “perso”.
Ebbene, i ricercatori dell’Università di Pittsburgh e della Carnegie Mellon University hanno recentemente pubblicato un articolo su PNAS che rivela che cosa succede nel cervello nel momento in cui una persona apprende delle conoscenze in maniera più approfondita, passando da “principiante” ad “esperto”.
Hanno scoperto così che tale “evoluzione” determina nuovi modelli di attività neurali, stabilendo un nesso causale tra questi modelli e le nuove abilità comportamentali.
Il progetto, portato avanti congiuntamente da Aaron Batista, professore associato di bioingegneria alla Pitt, Byron Yu, professore associato di ingegneria elettrica e di ingegneria biomedica alla CMU e Steven Chase, professore associato di ingegneria biomedica e del Neuroscience Institute alla CMU, si è avvalso di un’interfaccia cervello-computer (BCI), che determina una connessione diretta tra l’attività neurale del soggetto studiato e il movimento del cursore di un computer.
È così stata registrata l’attività di circa 90 unità neurali nella regione del braccio della corteccia motoria primaria delle scimmie Rhesus, impegnate ad eseguire un compito che richiedeva loro di muovere un cursore per allinearsi con dei target su monitor.
Per determinare se le scimmie avrebbero o meno formato nuovi pattern neurali man mano che imparavano la mansione, il gruppo di ricerca ha confrontato quelle registrazioni con i pattern neurali preesistenti.
Si è così scoperto che dopo una settimana il soggetto coinvolto nel test è stato in grado di imparare a controllare il cursore, facendo apparire nuovi modelli di attività neurale che hanno permesso alla scimmia di eseguire il compito.
I risultati suggeriscono così che il processo di impegno padroneggiare una nuova abilità potrebbe altresì determinare la generazione di nuovi modelli di attività neurale anche negli esseri umani.