I bambini quando iniziano a piangere, urlare, disperarsi per un no, possono diventare un peso per i genitori. Infatti, quando i piccoli iniziano a non ascoltare i genitori allora iniziano i problemi, i dubbi, i giudizi sulle difficoltà di accudire al meglio il problema.
Certo i capricci possono essere fastidiosi, ma bisogna sapere che questi comportamenti possono mettere a dura prova entrambi i genitori, ma nonostante ciò, questi se fatti in modo moderato, sono parte del loro normale sviluppo. I bambini infatti possono di tanto in tanto presentarsi polemici e anche un po’ testardi, ma questo gli serve per affermare anche la loro identità.
Problemi di questo tipo iniziano di solito quando il bambino raggiunge i 3 anni d’età. Durante quest’età tutti i bambini chi più chi meno fa i capricci.
Ma come riuscire a non far prevalere i desideri del bambino e aiutarli a capire cosa possono avere e quando devono smettere di fare un capriccio? Ecco alcuni consigli.
Come i genitori dovrebbero affrontare i capricci dei bambini
I genitori devono presentarsi come figure autorevoli, sicure e ferme nelle loro idee, ma sopratutto uniti. Solo in questo modo è possibile riuscire a mostrarsi dinanzi ai bambini realmente in grado di dire no ad un capriccio. Ma non solo. Per riuscire a limitare i capricci una soluzione utile è fissare delle regole precise e fargliele rispettare. Un bambino capisce il senso delle regole e sa anche quando può far cambiare o meno idea a un genitore. Se si cede al primo capriccio, allora sarà tutto vanificato, perché il piccolo saprà che se continua a piangere, lagnarsi e lamentarsi alla fine otterrà ciò che desidera. Inoltre, l’assenza di regole ben precise porta i bambini a impuntarsi, disubbidire, buttarsi a terra, scagliare giochi e altri oggetti contro coloro che gli dicono no. Se i capricci poi vanno oltre i sei anni allora vuol dire che questi non sono stati gestiti fin da subito in modo corretto.
La gestione psicologica del capriccio
Come abbiamo visto i capricci dei bambini sono un’affermazione del proprio sé e al contempo un’incapacità di quando si è piccoli di aspettare per ottenere qualcosa, oppure di riuscire a capire che non la si può avere. Questo problema che fa parte della crescita di ogni bambino può essere risolta con la psicologia. Trasmettendo un messaggio positivo da genitore al bambino. In poche parole, bisogna sin da piccolo instaurare un dialogo e un confronto con il bambino facendogli comprendere il perché di un “no” ad una richiesta. Inoltre, si deve ricordare l’essenzialità delle regola e del mantenere sempre ferma la propria posizione.