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I rischi di essere troppo in sintonia con il proprio partner

Un senso di connessione con il proprio partner può verificarsi su molti livelli. Ad esempio, ridendo insieme per uno stesso commento. O arrabbiandosi allo stesso modo durante una discussione, rendendola anche più spiacevole.

C’è una base fisiologica dietro queste connessioni. Secondo uno studio della psicologa Timmons dell’Università del Texas, questo “collegamento” può essere spiegato attraverso una serie di indicatori biologici.

Sono complessi sia nelle cause che nelle radici, ma i collegamenti fisiologici possono manifestarsi facilmente nella conduttanza cutanea, un riflesso dei livelli complessivi di eccitazione di un individuo.

Se la coppia è sincronizzata, la loro conduttanza cutanea (o attività elettrodermica) dovrebbe mostrare variazioni simili nel corso delle loro interazioni. Ma se il grado di somiglianza è elevato, è opportuno chiedersi se una relazione ne tragga beneficio o meno.

 Cosa significa essere sincronizzati con il partner?

Consideriamo cosa significa avere un’attività elettrodermica (o EDA) simile tra partner. È possibile che entrambi gli interessati reagiscano in modo sensibile agli stati emotivi del proprio partner, prendendo la prospettiva dell’altro e dimostrando alti livelli di empatia.

Tuttavia, potrebbero aumentare le reazioni negative dei partner durante i litigi, amplificando l’effetto negativo e contribuendo all’escalation del conflitto.

Timmons e colleghi hanno chiesto a 109 coppie di indossare un biosensore wireless al polso durante il corso della giornata. Ogni ora è stato loro somministrato un questionario per descrivere l’attività in cui erano impegnate in quel momento.

Le loro emozioni sono state valutate su scale di fastidio/irritazione e vicinanza/connessione oltre ai loro stati d’animo personali (stress, felicità, ansia, rabbia). Una valutazione complessiva della soddisfazione relazionale ha completato la serie di valutazioni dei ricercatori di Austin sui partecipanti.

Gli alti e bassi della connessione quotidiana

Nel tracciare le variazioni orarie negli EDA dei partecipanti, Timmons e colleghi sono riusciti a stabilire che le coppie variavano effettivamente insieme nel corso delle misurazioni giornaliere. La misura in cui i loro corpi hanno reagito in modo simile è stata associata a sentimenti di maggiore connessione e vicinanza.

Ma osservando la relazione di vicinanza degli EDA è emerso che quando i membri di una coppia erano di cattivo umore, il loro legame fisiologico aumentava. E accadeva il contrario quando erano felici.

Quindi i risultati suggeriscono che gli stati emotivi negativi possono essere più facilmente collegati a una maggiore sincronia rispetto agli stati d’animo positivi. In una coppia mal funzionante, entrambi i partner possono essere alla ricerca di eventuali segnali negativi, essendo più sensibili ai reciproci sentimenti di malcontento.

Come sciogliere una connessione negativa

Può essere frustrante pensare che una maggiore sincronia fisiologica con il partner possa avere implicazioni negative nella relazione, e doversi quindi chiedere se sia meglio disconnettersi l’uno dall’altro. Gli autori non hanno determinato se una scarsa soddisfazione relazionale porti a collegamenti EDA più alti o viceversa.

Tuttavia, bisogna capire quali sono i limiti della sincronizzazione soprattutto verso i comportamenti e gli stati d’animo negativi. Ad esempio, se si coglie una reazione negativa del partner verso una situazione, potremmo impedirci di percorrere la stessa strada fisiologica. Riconoscere i propri sentimenti e usarli per provare a guidare la situazione verso una diversa sensibilità reciproca.

Via via che le coppie crescono e cambiano nel corso della relazione, anche i loro corpi lo fanno. Capire come promuovere la connettività, sia in situazioni positive che negative, può aiutare entrambe le persone a svilupparsi in modi sempre più appaganti.

About Silvia Faenza

Ciao sono Silvia Faenza, mi sono Laureata in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali all'Università del Salento, nel 2014. Dal 2015 mi occupo della gestione dei contenuti per aziende e agenzie editoriali online, principalmente in qualità di ghostwriter, copywriter e web editor.

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