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Lo stress è contagioso?

Provate a pensarci: quando osservate una persona stressata, a volte iniziate a sentirvi stressati anche voi, anche se non state facendo nulla di particolarmente ansiogeno?

Se la risposta è positiva è perché, in fondo, lo stress è contagioso.

Facciamo un esempio: considerate uno scenario in cui state osservando una persona che sta facendo una presentazione ed è notevolmente ansiosa. Potreste iniziare a sentire lo stesso aumento della frequenza cardiaca o delle mani sudate che sta provando anche lei, a dimostrazione delle capacità di contagio dello stress.

A realizzare un interessante studio in materia è stato il Centro per lo Studio Avanzato del Comportamento Collettivo dell’Università di Costanza in Germania, che ha esplorato la domanda oggetto del nostro post scoprendo che osservare lo stress negli altri porta a livelli più elevati di ormoni dello stress come il cortisolo. I risultati di questo studio possono essere particolarmente utili nella gestione dello stress sul posto di lavoro.

Cos’è il contagio dello stress?

Il contagio dello stress è dunque definibile come quel fenomeno per cui lo stress vissuto da una persona può avere un impatto sulla fisiologia, sul comportamento e sui livelli di stress di coloro che la circondano, anche senza interazione diretta. Il meccanismo alla base di ciò può essere di tipo sociale e biologico, come i feromoni, le indicazioni sociali e l’espressione emotiva.

Il contagio dello stress può essere peraltro piuttosto comune sul posto di lavoro, dove lo stress di una persona crea un senso generale di ansia negli altri. I manager e i leader sono spesso una fonte primaria di contagio dello stress sul posto di lavoro perché le loro emozioni negative o lo stress visibile possono innescare risposte simili nei loro diretti collaboratori e ciò, in fin dei conti, può avere un grave impatto sulla produttività e sul benessere dei dipendenti.

Come si misura il contagio dello stress?

Esistono vari modi per misurare il contagio da stress, tra cui le misure fisiologiche come gli ormoni dello stress o la frequenza cardiaca, le osservazioni comportamentali, le misure di autovalutazione e di neuroimaging.

Tuttavia, non mancano le complicazioni. Una di esse è che non esiste un modello standardizzato per indurre il contagio da stress basato sull’osservazione faccia a faccia rispetto a un controllo attivo con placebo e osservazione dello stress.

Il team dell’Università di Costanza ha invece creato un metodo standardizzato per misurare il contagio da stress. Di fatti, per raccogliere dati sul contagio dello stress di seconda mano, i partecipanti allo studio hanno osservato un compito che induce stress (TSST) o un compito placebo-stress (PlacTSST).

Il compito che induce stress comprende un finto colloquio di lavoro audio e video registrato, seguito da un compito di aritmetica mentale di fronte a una commissione di valutazione. Per misurare lo stress di seconda mano, gli osservatori dello stress sono membri della commissione di valutazione e assistono al colloquio di lavoro e al compito aritmetico. Durante l’osservazione, scrivono i propri sentimenti, pensieri ed esperienze fisiche. Il gruppo di controllo ha una configurazione simile, ma invece di osservare un colloquio di lavoro registrato e un difficile problema di matematica mentale, osserva una persona che legge una storia di cinque minuti ad alta voce e fa la somma di cinque. La frequenza cardiaca e i campioni di saliva degli osservatori vengono raccolti in vari momenti per raccogliere dati fisiologici.

Gli effetti del contagio dello stress

I partecipanti allo studio che osservano scenari stressanti mostrano un aumento del cortisolo salivare, della frequenza cardiaca e dell’alfa-amilasi salivare, che misura l’attività del sistema nervoso simpatico e dell’ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA). Non ci sono differenze nelle misure dell’aldosterone salivare, che è un ormone legato allo stress nel sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS). I ricercatori concludono quindi che il RAAS non sembra essere sensibile agli effetti del contagio.

Inoltre, la reattività degli osservatori dello stress rispecchia quella dei partecipanti attivamente impegnati nell’attività stressante. Il cortisolo e l’alfa-amilasi salivare variano solo leggermente di grado tra i partecipanti impegnati nell’attività stressante e quelli che si limitano a osservare. È interessante notare che durante lo studio la frequenza cardiaca degli osservatori non è aumentata durante l’osservazione del compito stressante, ma è aumentata dopo la sua conclusione, suggerendo una risposta iniziale di congelamento e un’elaborazione ritardata dello stress.

 

About Roberto Rossi

Mi chiamo Roberto Rais, Giornalista pubblicista, da diversi anni  specializzato in tematiche legate alla psicologia, alla motivazione e al wellness psico-fisico. Collaboro con alcuni magazine online di settore, prestando la mia consulenza editoriale anche ad agenzie di stampa e siti web"

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