Tra coloro che hanno vissuto traumi durante l’infanzia, l’auto-biasimo è un comportamento diffuso che si manifesta spesso durante la crescita e persiste nell’età adulta. Questa tendenza a incolparsi per il trauma subito è una risposta complessa e multifattoriale, radicata in una combinazione di fattori psicologici, cognitivi e sociali. Ecco alcune delle ragioni principali per cui i sopravvissuti a traumi infantili tendono ad auto-biasimarsi e le implicazioni di questo comportamento per il loro benessere a lungo termine.
1. Vergogna interiorizzata
La vergogna è un’emozione potente che può essere interiorizzata dai bambini in modo profondo e duraturo. Quando un bambino subisce un trauma, come un abuso o una negligenza, è altamente impressionabile e può facilmente assorbire i messaggi negativi provenienti dall’ambiente circostante. In molti casi, questi bambini crescono con l’idea che siano in qualche modo responsabili di ciò che è accaduto loro. Questo senso di colpa e di inutilità si radica profondamente nella loro psiche, portandoli a credere che meritassero il trauma o che lo abbiano causato. Questa vergogna interiorizzata diventa una parte del loro senso di identità, alimentando un ciclo di auto-biasimo che può durare per tutta la vita.
2. Mancanza di comprensione
I bambini non possiedono la maturità emotiva e cognitiva necessaria per comprendere le dinamiche complesse di un trauma. In mancanza di una visione chiara delle azioni dei loro aggressori, i bambini possono interpretare l’abuso come una punizione per qualche errore o difetto personale. Questa percezione distorta del trauma porta i bambini a credere di essere stati in qualche modo responsabili dell’abuso, alimentando ulteriormente l’auto-biasimo. Senza la capacità di distinguere tra colpa propria e responsabilità altrui, i bambini assimilano l’idea che il trauma sia una conseguenza delle loro azioni o della loro stessa esistenza.
3. Meccanismi di adattamento
In situazioni traumatiche, i bambini sviluppano spesso meccanismi di adattamento per far fronte a sentimenti di paura, impotenza e confusione. Uno di questi meccanismi è l’auto-biasimo, che può servire come un modo per riacquistare un senso di controllo in un ambiente caotico e imprevedibile. Incolpandosi per il trauma, i bambini creano una narrazione che dà loro l’illusione di poter prevenire ulteriori abusi comportandosi in modo diverso. Questo auto-inganno può fornire un temporaneo sollievo dalla realtà schiacciante della loro impotenza, ma a lungo termine, alimenta un ciclo di auto-biasimo che può essere difficile da rompere.
4. Istinto di sopravvivenza
I bambini sono intrinsecamente dipendenti dai loro caregiver per la sopravvivenza e il benessere. Quando il trauma è inflitto da una figura di attaccamento, come un genitore o un altro caregiver, i bambini possono istintivamente incolpare se stessi per qualsiasi interruzione nella relazione. Questo auto-biasimo è un tentativo di mantenere un senso di sicurezza e protezione, anche in una situazione in cui il caregiver è la fonte del danno. Questa distorsione della responsabilità può portare i sopravvissuti a credere di essere stati i colpevoli del trauma, aggravando ulteriormente il loro senso di colpa e la loro vulnerabilità emotiva.
5. Fattori culturali e sociali
Anche i fattori culturali e sociali possono contribuire all’auto-biasimo tra i sopravvissuti a traumi infantili. In molte culture, c’è un’enfasi eccessiva sulla responsabilità personale e sulla resilienza, che può inavvertitamente rafforzare la convinzione che i sopravvissuti siano responsabili della loro sofferenza. Messaggi culturali che incoraggiano la “forza” e la “resilienza” possono far sentire i sopravvissuti inadeguati o deboli per non essere riusciti a evitare o superare il trauma senza conseguenze emotive. Questo può portare a un ulteriore radicamento dell’auto-biasimo, rendendo più difficile per i sopravvissuti liberarsi da questo peso.
Come spezzare il ciclo dell’auto-biasimo
Spezzare il ciclo dell’auto-biasimo è un passo cruciale nel percorso di guarigione per i sopravvissuti a traumi infantili. Uno degli aspetti più importanti di questo processo è l’auto-perdono. L’auto-perdono non significa giustificare o minimizzare il trauma subito, ma piuttosto riconoscere la complessità delle esperienze umane e accettare che, in momenti di trauma, le reazioni sono spesso orientate alla sopravvivenza piuttosto che al ragionamento razionale.
Per abbracciare l’auto-perdono, è essenziale sviluppare compassione ed empatia verso se stessi. Questo implica riconoscere che tutti gli esseri umani sono imperfetti e che le scelte fatte in momenti di crisi sono spesso dettate dalle circostanze. Attraverso la riflessione e l’esplorazione del contesto emotivo e cognitivo del passato, i sopravvissuti possono iniziare a sostituire i pensieri di auto-biasimo con l’auto-compassione.
In questo percorso, il supporto di uno psicoterapeuta può essere fondamentale. Un professionista può aiutare i sopravvissuti a sviluppare una nuova narrazione del loro passato, che riconosca il trauma subito senza attribuire colpe ingiuste a se stessi. Questo processo di guarigione può essere lungo e impegnativo, ma è essenziale per liberarsi dal fardello dell’auto-biasimo e per costruire una vita basata sulla pace interiore e sulla resilienza autentica.