In questo grande caos del Servizio Sanitario Nazionale e la mancanza di medici, ortopedici, infermieri e personale specializzato, difficilmente si ricorda che vi è carenza anche di psichiatri.
Il corpo e la mente vanno di pari passo, ma se si parla di assenza di medici psichiatri già dal 2025 allora che ne sarà della nostra società?
Il grande caos del Servizio Sanitario Nazionale
Purtroppo, in Italia, il personale organico all’interno delle cliniche, degli ospedali e pure delle carceri è ridotto allo stremo: addirittura, si parla di due medici ogni 15 pazienti. Pazienti che hanno bisogno di assistenza per tutte le ore del giorno, senza sosta.
I medici non sono più disposti a prendere una specializzazione in psichiatria, poiché oltre alla mole di lavoro mal retribuita e alle tante ore da ricoprire, non vi sono situazioni che tutelino questi professionisti da aggressioni volontarie da parte dei ricoverati.
Gli ospedali accettano bambini, adolescenti e grandi anziani assieme a persone potenzialmente pericolose, a carcerati che possono muoversi senza restrizioni all’interno dei reparti. Queste persone mentalmente instabili sono spesso fonte di disturbo per gli altri ricoverati, che non riescono a seguire al meglio le terapie e sono sottoposti ad ulteriore stress.
Nei penitenziari, invece, si parla sempre di più di disagio condiviso tra carcerati e chi si occupa di loro; delle difficoltà a lavorare nelle REMS (Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza), soprattutto dopo la chiusura degli OPG (Ospedali Psichiatrici Giudiziari).
Il grande malcontento, sfortunatamente, raggiunge i medici operanti, i pazienti da curare e le loro famiglie. La società deve impegnarsi a progettare un nuovo sistema di cura psichiatrico, data la grande quantità di pazienti bisognosi e la scarsità di nuovi medici spaventati da una professione usurante e mal riconosciuta.