Home / Attualità / Sicurezza emotiva: cos’è e perché è importante

Sicurezza emotiva: cos’è e perché è importante

La sicurezza emotiva è la sensazione viscerale che con quelle persone, in quel posto, non dobbiamo avere paura di essere veramente chi siamo. Sentirlo con almeno una persona nella vita è fondamentale per la nostra salute emotiva.

Un bisogno primordiale

La sicurezza emotiva in realtà si basa su un bisogno ancora più elementare: la sicurezza fisica. Per ogni creatura sulla Terra, la sopravvivenza è sempre in cima alla lista, e spesso è tutt’altro che facile. Il mondo è pieno di cose che possono fare male o uccidere e abbiamo bisogno di un sistema ben sintonizzato per sentirci al sicuro.

Come esseri umani, così indifesi e vulnerabili, abbiamo sviluppato un modo principale per sentirci al sicuro: stare fisicamente vicini e connessi a un gruppo di altri esseri umani. Questo accadeva anche tramite le emozioni: amore, rabbia, paura, tristezza, felicità, vergogna e disgusto.

Quindi la sicurezza emotiva è originariamente legata alla stessa sopravvivenza fisica, e quindi molto intessuta nella nostra natura primordiale.

La presenza di sicurezza emotiva

Quando siamo emotivamente al sicuro con qualcuno, la frequenza cardiaca e la respirazione diminuiscono e possono anche sincronizzarsi con quelle dell’altra persona. I muscoli sono rilassati, esprimiamo più pensieri e sentimenti, sia positivi che negativi.

Provare questa sensazione con almeno una persona e preferibilmente con un gruppo di altri è ciò di cui abbiamo bisogno per sentirci bene e avventurarci nel nuovo e nell’ignoto.

Leggi anche: 7 Domande per Fare Chiarezza sulle Tue Emozioni. Come riconoscere quelle Importanti o Ingannevoli!

La mancanza di sicurezza emotiva

Se la sicurezza emotiva deriva dal sentirsi amati e accettati per ciò che si è e sentirsi come ci si sente, l’insicurezza emotiva deriva dal suo opposto. Sentire che le persone che contano di più per noi o dalle quali dipendiamo maggiormente per la sopravvivenza non ci accettano per come siamo, e ci sminuiscono o ci ignorano.

Può anche derivare dalla mancanza di contatto fisico e conforto, specialmente quando è un bisogno che viene negato.

Le reazioni fisiche legate all’insicurezza emotiva sono simili a un “congelamento”. Tratteniamo il respiro, il corpo è teso, oppure entriamo in modalità attacco. Il rifiuto sociale attiva nel cervello lo stesso dolore di una ferita fisica.

La vita è piena di situazioni come queste, legate al lavoro, alla scuola o a una relazione disfunzionale o violenta. Oppure all’insicurezza emotiva provata durante l’infanzia. Si tratta di esperienze che lasciano cicatrici psichiche, sotto forma di reazioni emotive che cercano di proteggerci dal provare di nuovo quel tipo di dolore.

Queste stesse reazioni possono portare le persone a diventare ancora più isolate, ma per quanto dannose possano essere, sembrano sempre più sicure della vulnerabilità.

Le radici culturali

Troppo spesso nella società contemporanea riceviamo il messaggio che non dovremmo aver bisogno di nessuno, che le persone di successo “fanno da sole”. Abbiamo privatizzato anche i bisogni emotivi di sicurezza, connessione e appartenenza a una cerchia ristretta.

Soprattutto i giovani di oggi non si sentono abbracciati e protetti, perché abbiamo fatto della concorrenza il nostro unico riferimento, categorizzando le persone e ignorando il bisogno fondamentale di sentirsi accettati e degni di essere apprezzati.

Quando le persone si sentono cronicamente insicure, le loro emozioni si intensificano fino al punto di diventare spaventose per sé stessi e per gli altri. La sicurezza, che invece infonde la calma e la serenità, va costruita nelle nostre comunità oggi più che mai.

Il primo passo è trattarci con cura l’un l’altro. Non vuol dire non esprimere rabbia o sentimenti negativi, ma creare comunità in cui le nostre esperienze siano liberamente condivise e accolte, onorate e sostenute. Si tratta di rispettare la vulnerabilità propria e altrui.

Leggi anche: Emozioni difficili: 8 modi per riuscirle ad affrontare

Insicurezza emotiva, i nostri consigli

Abbiamo visto che l’insicurezza emotiva rappresenta una condizione psicologica complessa che influenza profondamente il modo in cui una persona si relaziona con sé stessa e con gli altri. Le cause di questa condizione sono spesso radicate nelle esperienze dell’infanzia, come stili genitoriali incoerenti, traumi emotivi, rifiuto sociale o mancanza di validazione emotiva durante gli anni formativi.

ùAnche esperienze negative successive, come relazioni tossiche, tradimenti o fallimenti significativi, possono contribuire allo sviluppo o al rafforzamento dell’insicurezza emotiva. I sintomi si manifestano in vari modi: una costante ricerca di approvazione esterna, difficoltà nel prendere decisioni autonome, tendenza a interpretare negativamente le situazioni ambigue, paura dell’abbandono, gelosia eccessiva nelle relazioni e un’ipersensibilità alle critiche.

Sul piano comportamentale, l’insicurezza può portare a strategie disfunzionali come il perfezionismo compulsivo, il people-pleasing, l’evitamento sociale o, al contrario, la dipendenza affettiva. A livello cognitivo, si osservano frequenti pensieri autocritici, dubbi sulle proprie capacità e una tendenza a confrontarsi costantemente con gli altri.

Per superare l’insicurezza emotiva, è fondamentale un approccio multifattoriale che includa la terapia psicologica, preferibilmente cognitivo-comportamentale o psicodinamica, per identificare e rielaborare le esperienze traumatiche o negative che hanno contribuito alla sua formazione. Il lavoro terapeutico si concentra sul rafforzamento dell’autostima, sullo sviluppo di un dialogo interno più compassionevole e sull’apprendimento di strategie di coping più adattive. La mindfulness e le tecniche di regolazione emotiva possono aiutare a gestire l’ansia e i pensieri negativi associati all’insicurezza.

È importante anche costruire gradualmente un sistema di supporto sociale sano e imparare a stabilire confini personali chiari nelle relazioni. Il processo di guarigione richiede pazienza e costanza, ma con il giusto supporto e impegno, è possibile sviluppare una maggiore sicurezza emotiva e costruire relazioni più sane e appaganti.

About Silvia Faenza

Ciao sono Silvia Faenza, mi sono Laureata in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali all'Università del Salento, nel 2014. Dal 2015 mi occupo della gestione dei contenuti per aziende e agenzie editoriali online, principalmente in qualità di ghostwriter, copywriter e web editor.

Vedi Anche

sindrome da alienazione parentale

Sindrome da alienazione parentale psicologia: cos’è e come riconoscerla?

La sindrome da alienazione parentale in psicologia definisce, come riportato dal coniatore del termine lo ...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *