Hai mai sentito parlare della “Sindrome di Alice nel Paese delle Meraviglie”?
Forse non tutti sanno che esiste una “sindrome” molto particolare, quella di Alice nel Paese delle Meraviglie, che fa riferimento ad un gruppo di sintomi, intrinsecamente associati all’emicrania e all’epilessia, che riguardano distorsioni percettive che, nel loro manifestarsi, alterano le informazioni sensoriali su se stessi e sul mondo circostante. Il nome AIWS (Alice in Wonderland Syndrome) fu coniato per la prima volta dallo psichiatra britannico John Todd nel 1955.
L’interesse per il fenomeno nacque quando Todd notò che alcuni dei suoi pazienti, che soffrivano di emicrania o di epilessia, avevano vissuto vere e proprie illusioni relative al proprio corpo quali, ad esempio, il sentirsi troppo alti o troppo bassi o avere l’impressione che alcune parti di se stessi mutassero nella forma o nelle dimensioni. I dati clinici raccolti non erano dissimili da quelli indicati in precedenza da Lippman in alcuni suoi studi relativi ad alcuni pazienti che affermavano di avere avuto la sensazione improvvisa di diventare piccoli o grandi durante un attacco di emicrania.
I “sintomi” descritti – da qui il nome – sembravano combaciare alla perfezione con le vicissitudini della protagonista del romanzo Alice’s Adventures in Wonderland, scritto nel 1865 da Charles Lutwidge Dodgson sotto lo pseudonimo Lewis Carroll. La storia – per chi non la ricordasse bene – narra le vicende di Alice, una bambina che attraverso la tana del Bianco Coniglio, viene catapultata in un mondo fantastico dove vive esperienze oltre ogni immaginazione, tra cui, per l’appunto, l’aumentare ed il diminuire di dimensione. L’ipotesi avanzata da alcuni autori, tra cui lo stesso Todd, è che Lewis Carroll, soffrendo egli stesso di questo particolare disturbo, probabilmente per via dell’emicrania, si sia ispirato alle sue personali sensazioni per ideare tale vicenda.
Negli anni l’interesse per il disturbo descritto è cresciuto notevolmente e molti sono stati gli studi che hanno cercato di definirne le cause e le forme. L’intento, poiché i sintomi sono facilmente confondibili con quelli di alcuni disturbi psicotici più comuni, è sempre stato quello di fare chiarezza su una condizione “particolare” di non facile classificazione.
I prossimo articolo è un Tema sempre attuale, Qual è l’allucinazione più “strana” che ci può capitare di sperimentare?