La rabbia – meglio definibile come ira per non confonderla con la malattia virale – è uno stato psichico alterato molto comune tra le persone. D’altronde, succede a tutti di essere arrabbiati, e accade anche spesso di avere a che fare con persone arrabbiate, che non sono arrabbiate con noi e che dobbiamo cercare di calmare e di far ragionare.
Spesso, però, non sappiamo come approcciarsi alla persona arrabbiata e quello che facciamo rischia di non risolvere nulla, se non addirittura peggiorare la situazione della persona arrabbiata: quando abbiamo o che fare con qualcuno di arrabbiato, insomma, dobbiamo seguire delle regole ben precise per cercare di risolvere la situazione.
Evitiamo di avvicinarsi e di abbracciare
Andremmo mai ad abbracciare un cane arrabbiato che ringhia? No. E allora perché vogliamo abbracciare una persona arrabbiata?
La rabbia è un sentimento che tende a farci inviare energia all’esterno, e la persona arrabbiata ha bisogno del suo spazio vitale, nel momento peggiore: andarla ad abbracciare sicuramente peggiora le cose, e rischiamo di peggiorare la situazione; un cane ci darebbe un morso, e per una persona non è escluso uno schiaffo: deve liberare energia.
Evitiamo di dire “calmati”
Dire “calmati” a una persona arrabbiata non serve a nulla, perché quando la parte emotiva, quella ancestrale, del cervello prende il sopravvento su quella razionale la persona non riesce semplicemente ad accedere a quest’ultima.
Insomma, le parole “calmati” in quel momento non solo non vengono comprese dall’altra persona ma, peggio, rischiano di farla infuriare ancora di più: è una cosa da evitare assolutamente.
Dire “sono qui, ti ascolto”
La persona arrabbiata sta cercando un modo di sfogare la sua rabbia, la tanta energia interna. Lo può fare sul piano fisico (spaccando un piatto nel muro), ma sarebbe meglio evitarlo e preferire che lo faccia sul piano psicologico: dobbiamo creare una via che le permetta di sfogarsi, e dire cose come “sono qui, ti sto ascoltando”, e magari essere d’accordo con l’altra persona, capirla, è l’unico modo per permetterle di calmarsi.
Non sempre questo metodo funziona, però: se la persona pensa che nessuno possa capirla, meglio lasciarla stare per un po’, senza insistere per non peggiorare le cose.
Dire “ti capisco”
Lo abbiamo in parte detto prima, ma cercare di capire la persona arrabbiata e cercare di trovare una soluzione insieme funziona più dell’empatia, a cui la persona arrabbiata non riesce ad accedere, come per la calma.
Dire di lasciar perdere, oppure dire che noi ce l’abbiamo fatta prima di lei a risolvere quel problema, peggiora la situazione e dovremmo quindi solo cercare di capire l’altro, ponendoci come valvola di sfogo.
Spingere a concentrarsi sul futuro
Se la persona inizia a calmarsi, l’unico modo per far passare il momento peggiore è quello di spingerla a concentrarsi sul futuro: infatti se aiutiamo a pensare che dopo qualche giorno accadrà una cosa bella, o che dopo che avremo trovato (insieme) la soluzione le cose miglioreranno, aiuta a spostare gli equilibri della conversazione e a far riprendere forza alla parte razionale della mente.
Naturalmente, questo funziona quando la rabbia è già in via di risoluzione, mentre non funziona all’inizio, quando ancora è lo stato iracondo a controllare le azioni della persona.