Cercare di ragionare con un bambino piccolo può essere estremamente complicato: qualsiasi genitore conosce molto bene il problema. L’uso della psicologia inversa è un eccellente modo per convincere i più piccoli a seguire le istruzioni impartite da mamma e papà, senza ribellarsi e senza accorgersi di essere vittime di un raffinato meccanismo psicologico.
Quando un utente di Reddit, LeanderD, ha chiesto ai genitori in rete di condividere esempi di psicologia inversa che hanno testato sui loro figli, ne è scaturito un formidabile elenco di strategie psicologiche che hanno effettivamente funzionato, da segnarsi come validi esempi per ideare le proprie tattiche future. L’esperienza di essere genitori è certamente fantastica, ma sa essere anche ardua: questa raccolta di strategie di psicologia inversa può rivelarsi un eccellente aiuto nei momenti difficili.
1. Le verdure da grandi – laik72
Mia madre aveva un’amica che metteva le verdure solo nel suo piatto e non in quello dei suoi bambini. Quando i piccoli le chiedevano se fosse possibile averne anche loro, lei rispondeva «Questo è un cibo da adulti, ma forse posso fartene assaggiare un po’». I suoi figli sono cresciuti amando follemente le verdure.
2. La corsa dell’oca – Georgeisthecoolest
Quando il mio primo figlio aveva circa 4 anni, spesso irrompeva nella nostra camera da letto troppo presto la mattina, carico di energia. Così dovevo alzarmi e dargli le attenzioni che voleva, oppure impegnarlo in qualche missione in modo da guadagnare qualche ulteriore momento di quiete.
Uno degli stratagemmi di cui sono più orgoglioso è stato dirgli di scoprire quale delle sue gambe potesse correre più veloce. È rimasto a correre su e giù per il corridoio per minuti interminabili, facendo una specie di divertente passo dell’oca, prima di tornare ansimando a dirmi che tra le sue gambe non c’erano sostanziali differenze.
3. Insalata e libri come merce preziosa – cookiearthquake
Una delle mie migliori amiche durante l’infanzia veniva punita in un modo originale: veniva privata dell’insalata quando si comportava male. Ancora oggi ama l’insalata e cerca sempre di mangiare il più possibile durante il pranzo scolastico. Suo marito invece veniva punito con l’assenza di libri da leggere e la strategia ha avuto lo stesso effetto. Insalata e libri si sono trasformati per questi bambini in un prezioso tesoro da conquistare.
4. Un modo alternativo di curare le ferite – pedanticProgramer
Ogni volta che un bambino si fa male, cadendo sull’erba o venendo colpito in faccia da un pallone, anziché interrompere l’attività per coccolarlo e controllare se sta bene, basta farlo uscire dal campo e riprendere a giocare. Entro 10 secondi dal momento in cui non ha attenzioni e vedendo che il divertimento prosegue senza di lui, torna subito in piedi, magicamente guarito. Ovviamente questo vale solo per gli “infortuni” di lieve entità.
5. La scelta del nome – calypsodweller
Volevo tantissimo dare il nome che desideravo alla mia barca, ma tutti i nomi a cui pensavo venivano etichettati come stupidi da mio figlio di 13 anni. Quindi ho deciso un nuovo nome e l’ho confidato ad un mio amico, che mio figlio adorava, chiedendogli di suggerire lui il nome come fosse frutto della sua fantasia. Mio figlio pensò che quell’appellativo fosse perfetto. Missione compiuta!
6. La sfida – bibbobbins
Se dico ai miei figli «Potete mettere via i vostri giocattoli?» quasi certamente mi guadagno un secco NO. Ma se gli dico invece «Scommetto che non siete in grado di rimettere tutti quei giocattoli nella scatola!», la sfida li fa impegnare al massimo per riordinare tutto e potermi dire infine «Visto, te l’avevamo detto che potevamo!». Per ora hanno 4 e 7 anni, quindi so che la tattica sarà efficace ancora per poco, ma finora ha funzionato alla grande.
7. I calzini – anonimo
Mia madre ci urlava sempre «Se non fai X, vai letto senza calzini!». Non ho mai indossato comunque i calzini a letto, ma mi vergogno di ammettere che la tecnica ha funzionato.
8. Due alternative – AppealToReason16
Non so se la chiamerei psicologia inversa, ma non mi sono mai reso conto di esserne stato vittima finché mio padre non me l’ha svelato. Quando c’erano delle faccende da svolgere in casa, se lui mi chiedeva di falciare il prato mi lamentavo e procrastinavo, ma se mi domandava se avessi preferito falciare il prato o lavare le finestre, sceglievo una delle due alternative e mi mettevo all’opera subito. Quando me l’ha detto avevo vent’anni, ma sono rimasto comunque sconvolto!
La psicologia inversa, come dimostrato, può fare miracoli, anche quando si ha a che fare con la mente dei più piccoli.