Lo yoga oggi è molto praticato in ogni sua forma e tecnica, si perché come sappiamo ne esistono diversi e fra questi si sta diffondendo molto lo yoga della risata, soprattutto per terapia ai bambini e agli anziani. Come ogni cosa se praticata con costanza e serietà ha i suoi benefici che in questo caso di certo non sono indifferenti se si pensa anche ai bambini e agli anziani, due fra le categorie più fragili.
Yoga della risata: come nasce
Lo yoga della risata nasce nel 1995 da un medico indiano Madan Kataria, un medico indiano che sapendo che ridere fa bene, ha pensato di approfondire la cosa e pensare di farlo con delle tecniche precise per aiutare gli altri.
Il studio o meglio esperimento fu eseguito organizzando dei gruppo di persone in cui praticare la risata in modi diversi, i risultati furono ottimi, dai qui sviluppò degli esercizi precisi per autoprovocare la risata, che al momento sembrerebbe forzata ovvero indotta volontariamente, ma finisce per diventare spontanea e apportare dunque tutti i benefici della risata stessa.
Da qui nacque il primo gruppo o da qualcuno definito “club della risata” e in seguito divennero circa sei mila in tutto il mondo, un vero e proprio movimento della risata per portare benessere.
Yoga della risata: i benefici
La pratica costante dello yoga della risata ha numerosi benefici fra cui vanno citati anzitutto quelli legati alla pratica yogica quindi migliora la respirazione e innalza la soglia del dolore a seguire vi sono:
- riduzione dello stress: ridendo si abbassa il livello di cortisolo, ormone dello stress, quando questo si abbassa migliora l’umore
- migliora il ritmo sonno-veglia, dando benefici a chi soffre di insonnia
- migliora il funzionamento dell’apparato cardio-vascolare
- regolarizza la pressione di conseguenza l’ossigenazione del sangue e del cervello
- rinforza il sistema immunitario
- aiuta anche a livello psicologico a superare ansia, depressione e attacchi di panico
- aumenta l’autostima.
Ecco perché lo yoga della risata è un toccasana per grandi e piccini, in modo particolare per chi è in convalescenza o sta passando lunghe degenze in ospedale, ma non solo un’ottima terapia da praticare perché no anche nelle scuole.