Un recente studio ha scoperto in che modo l’apprendimento della lettura può cambiare il nostro cervello. Un elemento di grandissima rilevanza, considerato che la lettura è un’invenzione relativamente recente nella storia della cultura umana, e comunque troppo recente perché le reti cerebrali dedicate si siano evolute specificamente per essa. Dunque, come possiamo realizzare questa impresa? in che modo possiamo stimolare l’apprendimento alla lettura? E come cambia il nostro cervello in sua risposta?
Secondo quanto elaborato da un gruppo di ricerca internazionale guidato da Falk Huettig (MPI e Radboud University Nijmegen) e Alexis Hervais-Adelman (MPI e Università di Zurigo), mentre impariamo a leggere, una regione cerebrale conosciuta come “visual word form area” (VWFA) diventa sensibile alla scrittura (lettere o caratteri). Non era però totalmente noto il modo con cui avvenisse tale processo.
A questo fine il gruppo di ricercatori si è proposto di testare l’effetto della lettura sul sistema visivo del cervello. Il team ha analizzato i cervelli di oltre novanta adulti che vivono in una parte remota dell’India settentrionale con diversi gradi di alfabetizzazione (da incapaci di leggere a lettori “esperti”), utilizzando la risonanza magnetica funzionale: mentre erano impegnati in questo test di imaging, ai partecipanti è stato chiesto di visualizzare frasi, lettere e altri elementi, come i volti.
Ebbene, così facendo i ricercatori hanno chiarito che se imparare a leggere porta alla “competizione” con altre aree visive del cervello, in realtà i lettori dovrebbero avere diversi modelli di attivazione cerebrale rispetto ai non lettori – e non solo per le lettere, ma anche per i volti. In altri termini, il “riciclaggio” delle reti cerebrali quando si impara a leggere è stato considerato come elemento che può influenzare negativamente le vecchie funzioni evolutive come l’elaborazione del volto. Ma adesso, il team di ricercatori ha ipotizzato che la lettura, piuttosto che influenzare negativamente le risposte cerebrali a oggetti non ortografici (non letterali), può, al contrario, determinare un aumento delle risposte cerebrali agli stimoli visivi in generale.
“Quando impariamo a leggere, sfruttiamo la capacità del cervello di formare collegamenti selettivi per categoria nelle aree cerebrali visive. Queste sorgono nello stesso territorio corticale delle specializzazioni per altre categorie importanti per le persone, come i volti e le case. Una domanda di lunga data è stata se imparare a leggere sia dannoso per queste altre categorie, dato che lo spazio nel cervello è limitato“, spiega Alexis Hervais-Adelman.
Ebbene, questo “riciclo” indotto dalla lettura non ha influenzato negativamente le aree cerebrali per i volti, né per ubicazione e dimensioni. Sorprendentemente, l’attivazione cerebrale per le lettere e i volti era più simile nei lettori che nei non lettori, in particolare nell’emisfero sinistro (il lobo temporale ventrale sinistro).
Dunque, imparare a leggere fa bene al cervello, affinando alcune risposte visive.