L’isolamento e la quarantena durante il periodo del Covid-19 hanno inciso particolarmente sulla psiche degli adulti. Secondo una ricerca condotta dall’Università di Padova, il confinamento se da un lato ha permesso di limitare i contagi dall’altro ha avuto un impatto economico, sociale e psicologico riducendo la qualità della vita sotto il profilo psico-fisico delle persone.
La ricerca è stata condotta da Nicola Cellini dell’Università di Padova, Dipartimento di Psicologia Generale, in collaborazione con Giovanna Mioni e con Natale Canale del Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e di Socializzazione, e infine con Sebastiano Costa del Dipartimento di Psicologia dell’Università della Campania ha effettuato un’analisi sulla qualità del sonno delle 1310 persone che si sono sottoposte all’esperimento.
Le persone avevano un età tra i 18 e i 35 anni, e hanno posto a confronto la settimana tra il 17 e il 23 marzo e la prima settimana di febbraio. Durante questo periodo, lo studio pubblicato anche sulla rivista di ricerca European Sleep Research Society e sul Journal of Sleep Research Research.
Cosa dice lo studio sul sonno dell’Università di Padova?
Lo studio sul sonno ha fatto emergere come una ridotta attività fisica e una scarsa esposizione alla luce solare, l’assenza di attività all’aria aperta e sociali, la paura del contagio, la situazione economica e il cambiamento della vita hanno portato a peggiorare la qualità durante il sonno. Un cambiamento nei ritmi di sonno-veglia e un incremento nell’utilizzo dei media digitali, oltre che una distorta percezione del tempo.
Lo studio ha messo in luce dei dati al quanto allarmanti anche sulla salute mentale. Secondo quanto affermato dallo studio, il 24,2% del nostro campione ha mostrato sintomi depressivi. Il 32,6% ha mostrato sintomi legati ad uno stato severo d’ansia. Una persona su due invece ha mostrato dei sintomi di stress.
Inoltre, evidenziato un grande cambiamento del ritmo di sonno e di veglia, vi è un dato identico sull’orario in cui il campione va a dormire mentre si è registrato che i lavoratori durante il lockdown hanno dormito di più al mattino.