Focalizzarci su qualcuno può risultare estremamente pericoloso e faticoso per la mente, ma tutti abbiamo potuto sperimentare gli effetti di questa situazione.
Tutto questo si verifica con maggiore probabilità su piattaforme come Zoom, che permettono di abbattere le barriere spazio temporali attraverso l’universo virtuale.
Ma perché Zoom appare così faticoso da gestire? A tal proposito sono intervenuti diversi psicologi, i quali hanno sfoggiato tutte le loro competenze per promuovere teorie molto interessanti al riguardo.
In primo luogo , quello che conta davvero è esaminare alla perfezione il linguaggio del corpo, che può aiutarci a capire meglio chi abbiamo davanti, allontanando ansia e stress.
È poi importante saper cogliere i segnali visivi oltre a quelli verbali. Ecco quindi come gestire Zoom.
La comunicazione non verbale
La fatica generata da Zoom è un argomento in parte misterioso poiché gli studi in materia sono ancora molto scarsi al momento e poche teorie sono state formulate in materia.
Alcuni studi però, si sono focalizzati sul ruolo della comunicazione non verbale. Lo sguardo ha un ruolo principale in tutto questo, anche se quando si prolunga troppo può diventare imbarazzante e a tratti inquietante.
La stessa cosa avviene durante una videochiamata su Zoom, una piattaforma sociale che annulla le barriere sociali e la distanza fra gli individui.
Il valore di uno sguardo può cambiare se questo nasce fra due persone che si conoscono e hanno molto confidenza, oppure se tutto questo si verifica fra due perfetti sconosciuti.
Quando si fissa un’altra persona si può provare un senso di eccitazione, ma tutto questo cambia quando qualcuno continua a guardarci anche se non si sta avendo una discussione o non si sta parlando.
Zoom riesce quindi a proporre una vastità di stimoli continui che, a lungo andare, possono causare imbarazzo e generare un forte malessere.
Avvicinarsi personalmente allo schermo
Sicuramente, relazionarsi ad una persona fisicamente è del tutto diverso rispetto ad una relazione puramente virtuale. I volti su Zoom vengono deformati dalla realtà e questo può influire sulle dinamiche di un’interazione sociale.
In questo caso ci si avvicina allo schermo per abbattere il senso di distanza, mentre una volta ci si avvicinava a qualcuno solamente quando si provava un grande interesse verso questa persona. Secondo il pensiero dell’antropologo Edward Thall, la distanza intima fra due persone non supera mai i 60 cm, mentre su Zoom la distanza massima è di minimo 10 cm.
Questo incide notevolmente sulle dinamiche interpersonali, poiché non fa altro che aumentare una dimensione fisica e renderla reale. Per ridurre questo tipo di tensione è possibile limitare le dimensioni della finestra, riducendo la videochiamata o allontanando la sedia dal computer qualora non dovessimo sentirci a nostro agio.
Il nuovo ruolo di Zoom nella società
Zoom si è rivelato fondamentale in seguito alle nuove esigenze sorte con la pandemia. Questo perché ha evitato la totale alienazione delle relazioni umane anche durante il lockdown.
Per non parlare poi delle riunioni lavorative e la possibilità di portare a termine la propria mansione in smart working da casa. Questo però, potrebbe aver generato una quantità troppo alta di stimoli che, accumulandosi, possono risultare molto difficili da gestire.
Si tratta quindi di una risorsa che si è rivelata essenziale, ma che dal suo avvento non sei più evoluta. È importante quindi comprendere come imparare a leggere i nuovi segnali sociali e capire come questi possano generare meriti anche su questa piattaforma. Ovviamente senza che questi vadano ad incidere in maniera invasiva sulle percezioni sensoriali e sulla nostra energia mentale.