Un recente studio psicologico pubblicato sulla rivista PNAS ha di recente riportato una nuova ricerca che avrebbe notato come ci siano più differenze di quello che si pensa tra l’organizzazione funzionale del cervello maschile e di quello femminile. Rilevando delle differenze che permettono di riconoscere facilmente un cervello femminile e uno maschile.
I ricercatori hanno utilizzato un sofisticato modello di rete neurale profonda e con questa sono riusciti a fare una classificazione accurata, con una precisione del 90%, distinguendo facilmente i cervelli maschili e femminili.
Questo dato andrebbe a contraddire quindi l’ipotesi del continuum che nel passato andava a suggerire che ci fossero delle differenze meno nette tra i due cervelli.
Rete della modalità predefinita: un indicatore tra i più importanti
La scoperta principale dei ricercatori riguarda la DMN ossia la rete in modalità predefinita ossia una struttura del cervello che è responsabile dei processi quali: introspezione, flusso di pensieri nella mente, memoria autobiografica.
Questa rete ha mostrato essere un’importante discriminante tra i cervelli maschili e quelli femminili, soprattutto osservando le aree della corteccia cingolata posteriore, del precuneo e della corteccia prefontale ventromediale.
Le differenze che sono state osservate andrebbero a spiegare alcune variazioni nel modo in cui gli uomini e le donne ricordano gli eventi passati e sviluppano anche il concetto di sé.
Ad esempio, per lo studio, dato un maggior coinvolgimento della DMN nelle donne potrebbe essere spiegabile il perché sono maggiormente inclini a rimuginare sugli eventi e più sensibili ai problemi di nevrosi.
Altre differenze cerebrali: lo striato e la corteccia orbitofrontale
Oltre alla rete in modalità predefinita, lo studio ha individuato differenze significative nello striato e nelle reti limbiche, in particolare nella corteccia orbitofrontale.
Queste aree sono coinvolte nei processi di apprendimento associativo, nella formazione delle abitudini e nella gestione delle ricompense.
Il ruolo della corteccia orbitofrontale, ad esempio, risulta rilevante nella rappresentazione del valore di ricompensa e nella correzione di risposte comportamentali inappropriate.
In questo contesto, si è osservato che le donne tendono a ricordare sia le emozioni negative sia positive con maggiore intensità rispetto agli uomini, e questa scoperta potrebbe gettare luce sul perché si possono verificare differenze a livello di gestione dell’emotività tra i due sessi.
Implicazioni cognitive delle differenze di genere
Lo studio ha cercato di esplorare come queste differenze cerebrali si possano riflettere in profili cognitivi differenti tra gli uomini e le donne. Anche se non ci sono variazioni significative nell’intelligenza generale, i ricercatori hanno evidenziato che sono presenti delle differenze nei processi cognitivi che sono legati all’inibizione della risposta, velocità di elaborazione, sensibilità.
Questa scoperta porta dunque a una nuova ricerca al fine di comprendere come i diversi pattern cerebrali tra i due sessi potrebbero influire su: reazione agli stimoli e modalità di apprendimento.
Le limitazioni dello studio e possibili sviluppi futuri
Nonostante i risultati innovativi, lo studio presenta comunque delle limitazioni. I ricercatori non hanno indagato i percorsi di sviluppo delle differenze cerebrali, tralasciando la distinzione tra sesso biologico e identità di genere.
Il cervello si sviluppa anche in risposta a fattori sociali e culturali, e la comprensione di come questi influiscano sull’organizzazione cerebrale rimane un’importante area di ricerca per il futuro.
Questa ricerca contribuisce a sfatare il mito che i cervelli di uomini e donne debbano essere identici per essere considerati uguali. La diversità nell’organizzazione cerebrale in ogni caso non implica una reale disuguaglianza, ma semplicemente serve ad ottenere un quadro più variegato sia delle capacità cognitive sia di quelle comportamentali dell’essere umano.