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Cosa non fare quando si soffre d’ansia

Sono tantissime le persone che, al giorno d’oggi, hanno a che fare con l’ansia. Per amor di precisione, bisognerebbe parlare di livelli anomali di ansia. Di per sé, infatti, l’ansia non è negativa. Si tratta anzi di una risposta della nostra mente – e di conseguenza del corpo – a situazioni di potenziale pericolo. Come già accennato, può però degenerare, diventando cronica o palesandosi in circostanze in cui non c’è un effettivo pericolo per l’incolumità o per la serenità della persona.

Cosa non fare in queste circostanze? Scopriamo assieme qualche consiglio nelle prossime righe.

Sminuire la sintomatologia

Quando si ha a che fare con un quadro sintomatologico caratterizzato da dolori al petto e ansia forte, non bisogna assolutamente sminuire la cosa. Purtroppo, capita spesso che chi vive queste situazioni tenda a trascurarle dal momento che non si tratta di patologie fisiche.

Si tratta di un approccio da evitare; la salute mentale, infatti, merita la stessa attenzione che si dedica a quella fisica. Se si trascurano le manifestazioni dell’ansia, il rischio, come già accennato, è che quest’ultima si cronicizzi, aprendo la strada anche a diversi sintomi fisici frutto della somatizzazione.

Pensare che bastino gli amici

Avere attorno a sé una rete sociale di qualità tra famiglia e amici è fondamentale se si soffre d’ansia. Fondamentale, ma non sufficiente per dire addio al problema. Anche in questo caso, alla base di tutto c’è la convinzione, errata, che vede lo psicologo/psicoterapeuta come una persona con la quale si passa del tempo esponendo problematiche che potrebbero essere risolte davanti a un aperitivo con un caro amico.

Niente di più sbagliato! Lo psicologo, attraverso strumenti come la relazione terapeutica – e soprattutto da una posizione imparziale – è in grado di aiutare il paziente a modificare quei comportamenti e quei pensieri che innescano la sintomatologia ansiosa.

A tal proposito, è importante aprire una parentesi sulla terapia cognitivo – comportamentale, uno dei più famosi orientamenti della psicoterapia. Al centro, da diversi anni ormai, di un fervente impegno scientifico, è un approccio incentrato sul qui e ora, una tecnica che si pone l’obiettivo di trattare la sintomatologia in tempi rapidi. Non a caso, viene spesso chiamata in causa con l’espressione “psicoterapia breve”.

Agisce su due fronti. Da un lato, si lavora con l’obiettivo di modificare le relazioni tra le situazioni che creano difficoltà al paziente e le sue reazioni a queste evenienze. Dall’altro, invece, ci si concentra sull’aspetto cognitivo, lavorando sui pensieri limitanti ricorrenti e gli schemi di ragionamento che comportano problematiche nella vita pratica. L’obiettivo del terapeuta in questi casi è quello di prendere per mano il paziente arricchendo i suddetti pensieri e mettendo in primo piano la loro mancanza di connessione con la realtà.

Sentirsi sbagliati

Oggi come oggi, nonostante, per fortuna, si parli molto più di salute mentale rispetto agli anni scorsi, rimane purtroppo alto il livello di stigma verso chi vive problemi come l’ansia. Nonostante ciò, non bisogna sentirsi sbagliati. Anzi, è fondamentale ripetersi il più possibile di essere delle persone di valore. Da non dimenticare è anche l’importanza degli spazi personali. Ciò vuol dire, per esempio, ritagliarsi almeno dieci minuti al giorno di riflessione silenziosa o fare attività fisica, possibilmente con il telefono spento.

Assumere farmaci senza prescrizione medica

Chi soffre d’ansia non dovrebbe mai e poi mai assumere farmaci senza prescrizione medica. Il rischio è quello di avere a che fare con effetti collaterali a dir poco pesanti!

Parlare continuamente della problematica

Se possibile, è bene evitare di parlare continuamente della problematica. Così facendo, si rischia infatti che l’ansia fagociti ogni aspetto della propria quotidianità, cronicizzandosi nei casi in cui è occasionale, con tutte le conseguenze negative del caso sulla serenità in ambito personale e lavorativo.

About Luca Conti

“L'uomo crede di volere la libertà. In realtà ne ha una grande paura. Perché? Perché la libertà lo obbliga a prendere delle decisioni, e le decisioni comportano rischi.” Erich Fromm Fondatore, Editore, Responsabile Marketing (per Contatti : info[@]psico.it)

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