L’inversione dei ruoli tra figli e genitori avviene quando si inverte il ruolo di accudimento, quando cioè il genitore non si prende cura del figlio ma è il figlio a prendersi cura del genitore. Questa inversione di solito avviene per volere dell’adulto, non del bambino.
Nel 1967 Salvador Minuchin ha creato il termine “genitorializzazione”, o “parentificazione” per definire tali relazioni. Nel 2011 la ricercatrice Lisa Hooper ne ha descritto due forme, quella strumentale e quella emotiva.
La genitorializzazione strumentale avviene quando un bambino svolge compiti fisici di accudimento, come prendersi cura dei fratelli più piccoli, di un genitore malato, cucina e svolge altri compiti domestici.
La genitorializzazione emotiva consiste nel bambino che si prende cura della vita emotiva e del benessere di un genitore o di un familiare adulto. Queste due forme di relazione invertita si verificano spesso insieme.
Genitori egocentrici e inversione dei ruoli
È stato scoperto che la genitorializzazione dei figli avviene spesso quando nei genitori è presente una componente della personalità di impotenza emotiva, anche se esternamente possono manifestare un’elevata autostima.
Da piccole, le persone egocentriche sono state viziate e soddisfatte emotivamente da parte degli altri. Crescendo, si aspettano che ciò avvenga anche in età adulta, anche se proviene dal loro bambino. Sentono di essere impotenti nel prestare attenzione emotiva a se stessi o agli altri.
I segnali dell’inversione di ruolo
La ricerca suggerisce che i bambini si sentono sopraffatti quando hanno in carico la cura dei bisogni emotivi di un genitore. Possono manifestare sintomi di depressione o ansia senza sapere perché.
Questi bambini vedono il genitore come bisognoso, e credono di dover intervenire assecondando il suo desiderio di essere soddisfatto.
I bambini con ruoli invertiti hanno difficoltà a mantenere i confini interpersonali con il genitore egocentrico e realizzano di non potergli dire di no. Temono di turbarlo, di creargli dispiacere. Possono temere l’abbandono o la delusione per non aver adempiuto al ruolo previsto.
Si forma una simbiosi tra genitore bisognoso e bambino indulgente, ma il figlio soffre subordinando i suoi bisogni al genitore.
Effetti della genitorializzazione sui bambini
Quando avviene questa inversione si può verificare una vera e propria perdita dell’infanzia nel bambino genitorializzato. Un calo dei risultati scolastici, una trascuratezza delle relazioni tra pari.
I bambini con ruoli invertiti soffrono anche di bassa autostima, depressione, ansia e rischio di suicidio. Possono formare relazioni simbiotiche di ruolo invertito anche con altri membri della famiglia o amici, portando questo modello in tutti i settori della loro vita.
Da adulti rischiano di formare relazioni simbiotiche di ruoli invertiti anche nelle relazioni romantiche. Graviteranno intorno a un partner egocentrico che richiede una forte cura emotiva. Non riescono a fissare limiti emotivi alle persone che consumano il loro tempo e la loro energia.
Implicazioni e scenari di rischio
Ci sono alcuni scenari da tenere particolarmente sott’occhio per valutare il rischio di una genitorializzazione del bambino. Ad esempio, un divorzio con affidamento congiunto e residenza divisa. Le autorità giudiziarie devono valutare che il bambino non trascorra molto tempo con un genitore nel caso in cui questo sia egocentrico e bisognoso delle cure emotive di suo figlio.
Un secondo scenario riguarda l’affidamento o l’adozione. I potenziali genitori devono essere esaminati nei loro tratti di personalità egocentrici e nella propensione a formare relazioni di ruolo invertito con un bambino.
Si tratta di situazioni che creano difficoltà emotive e di realizzazione personale del bambino, che vanno a incidere sulla sua identità e sulle sue relazioni future. Bisogna quindi fare molta attenzione a queste dinamiche e agire il prima possibile nei casi in cui si manifestano.