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Parlare è più complesso di quanto possa sembrare: ecco cosa ci dice un nuovo studio internazionale

Per la maggior parte delle persone parlare è un’attività che non presenta un processo apparentemente complicato o impegnativo, tanto da essere quasi “automatico”. In realtà, però, il nostro cervello compie parecchio lavoro nel momento in cui costruisce ed elabora una frase. Inoltre, le lingue differiscono in molti modi, e questo determina nella mente di ciascuno di noi delle significative differenze nel modo in cui pianifichiamo ciò che vogliamo dire – afferma Balthasar Bickel, autore senior dello studio di cui oggi parleremo, e professore all’Università di Zurigo.

E se alcune lingue sembrano più facili, è perché fanno meno distinzioni nella loro grammatica. Per esempio, se l’inglese usa sempre il “the” (ad esempio, in “The tree is tall” e “Snow covers the tree“), il tedesco fa una distinzione tra der (soggetto) e den (oggetto) (ad esempio, in “Der Baum ist groß” e “Schnee bedeckt den Baum“).

Per poterne sapere di più sui processi che sottostanno l’elaborazione del linguaggio, i ricercatori dell’Università di Zurigo, in collaborazione con alcuni colleghi internazionali, hanno misurato l’attività cerebrale delle persone di lingua Hindi mentre descrivevano diverse immagini. In questo modo sono riusciti a comprendere in che modo i processi cerebrali che si formano durante la pianificazione delle frasi, prima di parlare, reagiscono dinanzi all’analisi ad alta risoluzione temporale. “Finora, metodi simili sono stati utilizzati solo per la pianificazione di singole parole, ma non per frasi complete“, spiega Sebastian Sauppe, autore principale dello studio.

I ricercatori hanno così scoperto che anche se una lingua può sembrarci “più facile” a prima vista, in realtà richiede un particolare lavoro dai nostri neuroni. Hanno dunque scoperto che avere meno distinzioni grammaticali rende la pianificazione particolarmente impegnativa per il cervello e richiede più attività neurale. La ragione probabile è che avere meno distinzioni significa mantenere più scelte aperte per i parlanti su come continuare una frase.

“Questo ha, tuttavia, un vantaggio cruciale per i parlanti: le lingue con meno distinzioni permettono ai parlanti di impegnarsi nell’intera frase solo in ritardo nel processo di pianificazione“, aggiunge Sebastian Sauppe. Questa scoperta contribuisce a spiegare perché le lingue con meno distinzioni nella loro grammatica si trovano più spesso tra le lingue del mondo, con un’evidenza che era già stata dimostrata da uno studio precedente dello stesso gruppo di ricerca.

La ricerca fa parte del NCCR Evolving Language, un nuovo centro di ricerca nazionale che si è posto l’obiettivo di svelare i fondamenti biologici del linguaggio, il suo passato evolutivo e le sfide imposte dalle nuove tecnologie.

About Roberto Rossi

Mi chiamo Roberto Rais, Giornalista pubblicista, da diversi anni  specializzato in tematiche legate alla psicologia, alla motivazione e al wellness psico-fisico. Collaboro con alcuni magazine online di settore, prestando la mia consulenza editoriale anche ad agenzie di stampa e siti web"

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