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Perché i bambini amano le sfide di TikTok?

Nonostante le sfide di TikTok , meglio note come challenge siano sulla bocca di tutti, esse possono rivelarsi un’arma a doppio taglio, poiché se da un lato possono divertire, dall’altro possono risultare veramente pericolose, soprattutto se messe in atto da bambini.

Cos’è e come funziona TikTok?

TikTok è un’applicazione che da qualche anno permette ai suoi utenti di creare dei video e condividerli sulla sia piattaforma virtuale, che in molti casi rende questi contenuti virali.

Purtroppo però, questa applicazione nasconde molte insidie e proprio negli ultimi mesi si sono verificati alcuni incidenti, alcuni fatali, che sono avvenuti per la perdita del controllo di queste challenge.

Ogni sfida si basa su di un trend che in quel momento fa tendenza e che si basa sulla ripetizione di sketch musicali o cinematografici, ma anche sulla riproduzione di siparietti comici o la condivisione di avvenimenti personali in grado di attirare l’attenzione di potenziali seguaci.

La possibilità di diventare famosi e di riuscire ad ottenere la tanto desiderata popolarità spinge adolescenti e bambini di tutte le età a ripetere dei comportamenti che, nella maggior parte dei casi sono innocui, ma che invece in molti altri momenti possono avere un epilogo davvero triste.

Come avvengono le sfide su TikTok?

TikTok propone ogni giorno nuovi contenuti e nuovissime sfide che hanno il compito di coinvolgere il pubblico e farlo divertire.

In questo modo i giovanissimi si sentono parte di un sistema più grande, dove tutti sono amici di tutti e riescono a mantenere un legame molto stretto nonostante la lontananza.

Un altro aspetto in grado di generare il consenso, consiste nel fatto che questo social network è rivolto a tutti, in quanto non serve essere maestri o dotati di grandi talenti per dilettarsi in questo nuovo tipo di intrattenimento.

Molti video presenti su TikTok sono molto divertenti e sono riusciti a mantenere alto l’umore delle persone in periodi molto particolari, come ad esempio quello della pandemia che stiamo attraversando tuttora.

Il lato oscuro di TikTok

TikTok è molto facile da utilizzare, in quanto basta scorrere con il dito per guardare i video e cliccare sul volto della persona proprietaria del profilo per visionare tutti i contenuti.

Questa piattaforma sociale però è in costante evoluzione e attraverso un algoritmo, l’applicazione cambia di persona in persona, mostrando ai diversi individui i video che più rispecchiano le loro passioni.

Non essendoci alcun filtro però, ogni video può diventare virale in pochissimo tempo e come tale essere esposto al commento di tutti, anche di quelle persone che non hanno scrupoli e non hanno problemi a criticare e ad insultare bambini o ragazzini.

In una fase molto delicata come quella della pubertà e dell’adolescenza, spesso non si è in grado di metabolizzare giudizi negativi e si finisce col viverli come pesanti accuse in grado di sconvolgere la vita di chi li subisce.

Come utilizzare TikTok in maniera corretta?

I bambini non dovrebbero poter utilizzare TikTok in autonomia se non dietro consenso dei genitori, che hanno l’obbligo di monitorare la situazione e allontanare ogni forma di pericolo. Inoltre, come richiesto dal garante ormai possono utilizzarlo solo se hanno più di 13 anni.

È importante che tra le parti si sviluppi un forte sentimento di coesione e fiducia, in modo che il bimbo, in caso di disagio, possa far leva sulla figura genitoriale per aprirsi e liberarsi dei problemi che lo affliggono.

Ciò aiuterà i genitori a gestire la situazione e ad essere consapevoli delle difficoltà vissute dai figli, tanto da poterli sostenere, supportare e aiutare in caso questi necessitassero di un intervento immediato.

Attraverso il dialogo è possibile scongiurare ogni imprevisto e diventare dei punti di riferimento per i propri figli.

Se si vuole fare qualche video con i propri figli è possibile, ma è altrettanto fondamentale non perdere mai il controllo della situazione, poiché un piccolo strumento può facilmente comportare una tragedia se posto nelle mano sbagliate.

About Silvia Faenza

Ciao sono Silvia Faenza, mi sono Laureata in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali all'Università del Salento, nel 2014. Dal 2015 mi occupo della gestione dei contenuti per aziende e agenzie editoriali online, principalmente in qualità di ghostwriter, copywriter e web editor.

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