Le relazioni parasociali rappresentano un fenomeno psicologico affascinante che sottolinea la complessità delle interazioni umane nell’era digitale. Nonostante la crescente consapevolezza di quanto profondamente i media influenzino il nostro quotidiano, ci si chiede ancora: sappiamo davvero cosa è reale e cosa non lo è quando si tratta delle nostre relazioni con personaggi e celebrità mediatiche?
I legami unilaterali nell’epoca dei social
In un mondo sempre più connesso, dove la distinzione tra personaggi mediatici e realtà si fa via via più sfumata, emerge il concetto di relazioni parasociali. Questi legami, nonostante siano unilaterali, possono assumere una profondità emotiva sorprendentemente intensa, paragonabile a quella delle relazioni interpersonali reali. Il termine “parasociale” si è affermato così tanto da diventare uno dei finalisti per l’Oxford Word of the Year 2023, testimoniando la sua rilevanza nel discorso contemporaneo.
Queste relazioni nascono dall’interazione, seppur indiretta, con figure pubbliche attraverso i media. Guardare assiduamente un attore in una serie TV, seguire quotidianamente un influencer sui social media, o addirittura essere coinvolti emotivamente nelle vicende di un personaggio di un romanzo, sono tutte forme di relazioni parasociali. Da un punto di vista evolutivo, il nostro cervello non distingue efficacemente tra relazioni mediate dai media e relazioni reali; reagisce con emozioni genuine, come affetto, ammirazione, o anche gelosia e lutto, nei confronti di questi personaggi.
L’innata predisposizione a stabilire connessioni con personaggi mediatici
La psicologia moderna suggerisce che tale fenomeno non è affatto anomalo. Anzi, riflette la nostra innata predisposizione a stabilire connessioni sociali. Tuttavia, quando personaggi mediatici vengono percepiti quasi come amici o conoscenti, i confini tra realtà e finzione iniziano a sfocarsi. La perdita di una celebrità amata può suscitare un lutto profondo, simile al dolore sperimentato alla perdita di una persona vicina nella vita reale. Allo stesso modo, i sentimenti di amore possessivo verso una celebrità possono generare gelosia quando questa intraprende relazioni romantiche, come dimostrato dal caso di Justin Bieber e Hailey Baldwin.
Sebbene da adulti riconosciamo la finzione dietro le rappresentazioni mediatiche, il nostro cervello continua a reagire su un piano emotivo come se queste figure fossero parte della nostra realtà sociale. Tale fenomeno evidenzia come la rappresentazione mediatica della realtà, benché relativamente nuova in termini evolutivi, abbia radici profonde nella nostra psiche.
Il legame che si crea per il desiderio di connessione
Questo legame psicologicamente reale, benché unilaterale, sottolinea una peculiarità fondamentale della condizione umana: il desiderio di connessione. Anche le relazioni “reali” includono elementi di fantasia; idealizziamo amici, partner e persino sconosciuti basandoci su proiezioni e percezioni soggettive. Pertanto, le relazioni parasociali non sono solo un riflesso della nostra era digitale ma anche una manifestazione della nostra natura sociale, che cerca connessioni in varie forme.
Tuttavia, la sfida emerge quando queste relazioni parasociali ostacolano o sostituiscono le interazioni sociali reali, o quando le aspettative create nei confronti di queste figure pubbliche influenzano negativamente la nostra percezione della realtà. È cruciale riconoscere e riflettere sulla natura di queste relazioni, mantenendo una distinzione sana tra la realtà e il mondo mediatico.
Mentre le relazioni parasociali possono arricchire la nostra esperienza emotiva e fornire forme di connessione alternative, è importante rimanere ancorati nella realtà e coltivare relazioni interpersonali autentiche. La consapevolezza di questi dinamismi può aiutarci a navigare meglio nel paesaggio mediatico contemporaneo, riconoscendo la differenza tra l’affetto genuino per una figura pubblica e l’illusione di una vera intimità. Alla fine, la capacità di distinguere tra questi diversi tipi di relazioni non solo ci protegge dall’eccessiva immersione nel mondo virtuale ma arricchisce anche le nostre interazioni nella vita reale.